Doloroso anniversario

Tragedia del bus di Mestre: è passato un anno, ma i dubbi sull'incidente sono ancora tanti

Sono ancora in corso le indagini per fare luce su quanto accaduto la sera del 3 ottobre 2023. Zaia: "Voglio rivolgere un pensiero alle vittime di questo tremendo incidente, rinnovando il messaggio di cordoglio"

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Il bus precipitato dal Cavalcavia di Mestre

La sera del 3 ottobre 2023, un autobus in servizio tra Venezia e il camping Hu di Marghera cadde dal cavalcavia Rizzardi di Mestre, provocando la morte di 22 persone e il ferimento di altri 14 passeggeri. Tra le vittime anche l'autista, Alberto Rizzotto, l'unico italiano a bordo.

Un anno dalla tragedia del Bus di Mestre

A un anno dall'accaduto, il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha ricordato il tragico evento e ha espresso il proprio cordoglio per le vittime:

“Rivivo con sgomento le immagini di quella terribile sera del tre ottobre dell’anno scorso, quando un autobus è precipitato per 50 metri dal cavalcavia Rizzardi di Mestre, uccidendo 21 persone. Immagini strazianti di lamiere accartocciate, fiamme, sirene lampeggianti, ma anche di soccorritori professionisti e volontari, che subito dopo lo schianto a terra sono intervenuti per prestare aiuto ai passeggeri. Una macchina del soccorso rapida ed efficiente, che purtroppo ha solo potuto evitare che il numero delle vittime fosse ancora più alto.

Il bus precipitato dal cavalcavia a Mestre

Il bilancio dell’incidente è stato devastante. 21 persone hanno perso la vita sul colpo, di cui 20 turisti, di nazionalità ucraina, romena, tedesca, portoghese, croata e sudafricana, di ritorno da una gita a Venezia. Insieme a loro abbiamo pianto la morte dell’autista del mezzo Alberto Rizzotto, originario di Conegliano.

Il conducente trevigiano Alberto Rizzotto

Tra le vittime, a cui col passare dei mesi si è aggiunta un’ulteriore persona, una signora spagnola di 52 anni ricoverata all’ospedale di Padova, c’erano famiglie, coppie di fidanzati, due giovani sposi, con la moglie al 7° mese di gravidanza. Quindici, invece, sono state le persone rimaste ferite, alcune in gravissime condizioni, e portate con urgenza negli ospedali del territorio: Mestre, Dolo, Mirano, ma anche Padova e Treviso".

 

"A un anno da questi accadimenti", conclude Zaia, "che hanno profondamente scosso la nostra comunità, voglio rivolgere un pensiero alle vittime di questo tremendo incidente, rinnovando il messaggio di cordoglio mio personale e della Regione del Veneto ai loro familiari. Al contempo desidero ribadire il nostro ringraziamento a tutti i soccorritori e ai sanitari che per mesi si sono presi cura dei feriti, alcuni dei quali arrivati in condizioni disperate. È per merito della loro professionalità non solo in ambito medico, ma anche psicologico, se i feriti hanno potuto essere dimessi dagli ospedali. Per tutti noi il simbolo di questa tragedia resterà la piccola ucraina di soli 4 anni, che dopo oltre 9 mesi di ricovero, lottando tra la vita e la morte, ce l’ha fatta”.

Per ricordare le vittime domani, giovedì 3 ottobre 2024, sarà celebrata una Messa presso la parrocchia del Sacro Cuore di Mestre.

Indagini ancora in corso

A un anno esatto dalla tragedia, però, le responsabilità e le cause precise non sono ancora state chiarite del tutto, lasciando un vuoto che alimenta il bisogno di giustizia e risposte per le vittime e le loro famiglie.

Le indagini sono ancora in corso e sono quattro gli iscritti nel registro degli indagati: tre dirigenti e funzionari del Comune di Venezia e l'amministratore delegato della società La Linea.

Dalle perizie effettuate negli ultimi mesi, è stato confermato che il cavalcavia dove è avvenuto l'incidente era datato, privo di adeguata manutenzione e le barriere non erano sufficienti a sostenere l'impatto.

In secondo luogo, l'asse dello sterzo del bus presentava gravi anomalie, con un danno tale da causare la rottura del giunto di collegamento con le ruote, come confermato dai dati di bordo analizzati. Sotto la lente adesso, le gomme del bus: sembra infatti che gli pneumatici montati sul mezzo pubblico fossero più grandi del normale, questo per sostenere meglio il mezzo elettrico, reso più pesante di un pullman standard a causa delle batterie, appunto molto pesanti.

Le cause precise del guasto sono ancora oggetto di esame da parte dei consulenti dell'Università di Padova. Infine, il terzo punto certo è che sono stati esclusi malori o distrazioni del conducente Rizzotto, il quale avrebbe fatto tutto il possibile per mantenere il bus in carreggiata.

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