L'intervento di Confcommercio

Brugnaro: nuovi aggiornamenti su una città che si è svuotata ma non si arrende

Il sindaco della città metropolitana di Venezia continua con le sue conversazioni con i referenti delle associazioni di categoria per capire quali interventi attuare per risollevare l'economia post Covid.

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Oltre ai finanziamenti di cui si è già discusso, il Comune ha aperto un nuovo Iban in cui poter inviare delle donazioni volontarie. I fondi raccolti andranno a coloro che si trovano in condizioni di necessità a causa del Covid. Si pensa ai "nuovi" poveri come potrebbero essere gli operatori del settore turismo.

La mancanza di liquidità rischia di bloccare il sistema

Interviene oggi Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Venezia. Si inizia analizzando gli effetti del Covid sulla produzione industriale, in calo di oltre il 16% rispetto a Febbraio 2020. Se è vero che è stata prorogata la chiusura delle attività produttive fino a 13 aprile, è anche vero che il blocco delle aziende e l'azzeramento del turismo rischia di avere un impatto tremendo sulla città. Secondo le prime previsioni, i consumi caleranno per un ammontare complessivo di 52 miliardi e il Pil scenderà di 3 punti percentuale. I settori colpiti sono alberghi e ristorazione (-24 miliardi) oltre ai trasporti (-80%) seguono poi tempo libero e abbigliamento. Zanon continua:

Dobbiamo, con un po' di ottimismo, immaginare un anno che viene buttato via ma che deve essere salvaguardato da una liquidità che deve essere data a tutti, imprese e lavoratori

Servono garanzie. Il virus ha colpito il triangolo industriale italiano, motivo per cui si è bloccato il grande gettito dello Stato. E' importante che le imprese, sulla base del fatturato dell'anno precedente, possano accedere ad un fondo europeo o nazionale. Se non si fa così, il Paese non potrà salvarsi: non si vuole fare polemica ma bisogna far cambiare il modo di procedere.

Lo sconto per chi farà la spesa con i buoni

L'idea, proposta dal sindaco e appoggiata dal presidente di Confcommercio, è di chiedere ai negozianti di fare uno sconto del 10 o 15% in meno sulla merce venduta e pagata con i buoni spesa finanziati dallo Stato. Si tratta di un ulteriore modo per aiutare i cittadini e permettere anche ai piccoli negozianti di farsi conoscere.

 

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