Turetta confessa: "Ero già stato violento con Giulia. L'ho uccisa perché mi ha rifiutato"
Nell'interrogatorio del 1° dicembre 2023, Turetta avrebbe anche raccontato di altri episodi di violenza nei confronti della 22enne di Vigonovo
Nell'interrogatorio del 1° dicembre 2023, nel carcere di Verona, Filippo Turetta ha raccontato al Pubblico Ministero gli ultimi momenti di vita di Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa a coltellate proprio dall'ex fidanzato Turetta lo scorso 11 novembre 2024.
La confessione di Turetta
Davanti al Pubblico Ministero di Venezia, Turetta ha ricostruito passo dopo passo tutto ciò che è accaduto la sera dell'11 novembre scorso, nei giorni precedenti e nella settimana di fuga fino in Germania. Ha raccontato dei regali rifiutati, alla crescente rabbia, fino alle coltellate. Le sue parole, trascritte in un verbale, sono state diffuse dalla trasmissione Quarto Grado.
Il racconto inizia dalla serata trascorsa a fare shopping nel centro commerciale Nave de Vero a Marghera. Dopo Filippo riaccompagna a casa Giulia, ma i due si fermano in un parcheggio vicino all'abitazione della ragazza a Vigonovo "per non farsi vedere", non era una novità spiega Turetta al PM, già altre volte si erano fermati in quel parcheggio e la ragazza era d'accordo.
“Volevo darle un regalo, una scimmietta mostriciattolo. Con me avevo uno zainetto che conteneva altri regali: un’altra scimmietta di peluche, una lampada piccolina, un libretto d’illustrazione per bambini, "Anche i mostri si lavano i denti", di Jessica Martinello. Lei si è rifiutata di prenderlo. Abbiamo iniziato a discutere. Mi ha detto che ero troppo dipendente, troppo appiccicoso con lei. Voleva andare avanti, stava creando nuove relazioni, si stava ‘sentendo’ con un altro ragazzo”.
Giulia voleva voltare pagina, andare avanti, ma Filippo questo non può accettarlo, la lite degenera quindi in una vera e propria aggressione.
“Ho urlato che non era giusto, che avevo bisogno di lei, che mi sarei suicidato. Lei ha risposto decisa che non sarebbe tornata con me. È scesa dalla macchina, gridando ‘Sei matto, vaffanculo, lasciami in pace'. Ero molto arrabbiato. Prima di uscire anch’io, ho preso un coltello dalla tasca posteriore del sedile del guidatore. L’ho rincorsa, l’ho afferrata per un braccio tenendo il coltello nella destra. Lei urlava ‘aiuto’ ed è caduta. Mi sono abbassato su di lei, le ho dato un colpo sul braccio, mi pare di ricordare che il coltello si sia rotto subito dopo. Allora l’ho presa per le spalle mentre era per terra. Lei resisteva. Ha sbattuto la testa. L’ho caricata sul sedile posteriore”.
L'aveva già aggredita in passato
Ma da quanto si apprende, durante quell'interrogatorio Turetta avrebbe anche ammesso che non era la prima volta che diventava violento con Giulia. Al PM racconta di altri due episodi in cui un litigio si è trasformato in violenza.
Un primo episodio risale ad agosto 2023, quando discutendo della possibilità di lasciarsi Filippo ha afferrato per il braccio Giulia per impedirle di andarsene. Il secondo episodio sarebbe invece avvenuto a ottobre 2023, i due ragazzi si trovavano in un parcheggio a Padova davanti a una gelateria. Ancora una volta discutevano della loro separazione e anche in questo caso Turetta ha perso il controllo e ha tirato uno schiaffo sulla coscia di Giulia. La ragazza era quindi uscita dall'auto e se ne era andata.
Gli ultimi momenti di vita di Giulia
Filippo riparte e guida per circa quattro chilometri fino a raggiungere la zona industriale di Fossò, in auto Giulia prova a ribellarsi.
“Lei ha iniziato a dirmi ‘cosa stai facendo? sei pazzo? Lasciami andare’. Era sdraiata sul sedile, poi si è messa seduta. Si toccava la testa. All’inizio pensavo solo a guidare. Poi ho iniziato a strattonarla e tenerla ferma con un braccio. C'eravamo fermati e ho provato a metterle lo scotch sulla bocca. Non mi ricordo se se l’è tolto o è caduto da solo perché non l’avevo messo bene. Si dimenava. È scesa e ha iniziato a correre. Anch’io sono sceso”.
Prima di scendere però Turetta prende un altro coltello che aveva in auto, sempre nella tasca dietro al sedile del guidatore.
"Non so se l’ho spinta o è inciampata. Continuava a chiedere aiuto. Le ho dato, non so, una decina, dodici, tredici colpi con il coltello. Volevo colpirla al collo, alle spalle, sulla testa, sulla faccia e poi sulle braccia. Mi ricordo che era rivolta all’insù, verso di me. Si proteggeva con le braccia dove la stavo colpendo. L’ultima coltellata che le ho dato era sull’occhio. Giulia era come se non ci fosse più”.
La fuga e il tentativo di suicidio
"Giulia era come se non ci fosse più".
Filippo riparte in macchina e si dirige verso Barcis. Ma nel tragitto tenta di togliersi la vita:
“Ho imboccato la strada per Barcis. Mi sono fermato in un punto in cui non c’erano case e sono rimasto un po’ lì. Ho provato anche con un sacchetto a soffocarmi, però anche dopo averlo legato con lo scotch non sono riuscito e l’ho strappato all’ultimo”.
Decide allora di disfarsi del corpo di Giulia:
“Ho preso lei e sono andato a nasconderla“.
Il corpo di Giulia verrà ritrovato otto giorni dopo, in un canalone nei pressi del Lago di Barcis, accanto a lei il libro illustrato per bambini "Anche i mostri si lavano i denti", di Jessica Martinello.
“Avevo un pacchetto di patatine in macchina e una scatolina con qualche biscotto. Non ho mai comprato nulla da mangiare. I soldi che avevo li ho spesi per i rifornimenti di benzina. Volevo togliermi la vita con un coltello che avevo comprato, ma non ci sono riuscito. Pensavo che se avessi fumato e bevuto sambuca sarebbe stato più facile suicidarmi, ma invece ho vomitato in macchina“, ammette il ventiduenne.
Solo una volta riacceso il telefono Turetta decide di consegnarsi, dopo una fuga durata sette giorni Turetta viene arrestato in Germania:
“Cercavo notizie che mi facessero stare abbastanza male da avere il coraggio per suicidarmi, ma ho letto che i miei genitori speravano di trovarmi ancora vivo e ciò ha avuto l’effetto opposto. Mi sono rassegnato a non suicidarmi più e ad essere arrestato”.
Per Turetta non ci sarebbe stata premeditazione
Secondo la procura di Venezia il 23enne di Torreglia (accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, porto d'armi continuato, occultamento di cadavere e stalking) aveva organizzato il piano almeno 4 giorni prima e seguiva Giulia con un'app-spia installata sul suo cellulare.
Turetta però ha sempre respinto l'accusa di premeditazione. Nell'interrogatorio dell'1 dicembre 2023 infatti avrebbe spiegato che aveva comprato il nastro adesivo “se mai fosse servito per attaccare il papiro della laurea di Giulia”. Sempre secondo la spiegazione di Turetta, il giovane avrebbe avuto i due coltelli in auto perché "aveva avuto pensieri suicidi".
Inoltre il giovane avrebbe affermato che era solito avere un cambio in auto e del cibo, così ha potuto togliersi i vestiti sporchi del sangue di Giulia e cambiarsi.
Gino Cecchettin: "Conta solo il processo"
Nessun commento da parte del padre di Giulia, Gino Cecchettin, riguardo la divulgazione dell'interrogatorio di Turetta. Il padre della 22enne avrebbe risposto che "conta solo il processo", intanto avrebbe però annullato alcuni eventi pubblici.
L'udienza preliminare è stata fissata per il 15 e il 18 luglio 2024.