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Incendio doloso Treviso: il mandante veneziano è un ex della “Mala del Brenta”

Arrestati esecutore materiale e mandante del rogo dello scorso 10 giugno in via Postumia, a Treviso. Ma si sospetta ci sia un ulteriore livello.

Incendio doloso Treviso: il mandante veneziano è un ex della “Mala del Brenta”
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Gli investigatori della Squadra Mobile di Treviso sono riusciti a dare un nome e un volto sia all’esecutore materiale che al mandante dell’incendio doloso che lo scorso 10 giugno distrusse a carrozzeria “Roggia” di via Postumia, a Treviso.

Incendio doloso a Treviso, svolta nelle indagini

Ci sono voluti poco più di cinque mesi ma, alla fine, gli investigatori della Squadra Mobile di Treviso sono riusciti a dare un nome e un volto sia all‘esecutore materiale che al mandante dell’incendio doloso che lo scorso 10 giugno distrusse a carrozzeria “Roggia” di via Postumia, nel quartiere Fiera a Treviso. Un danno quantificato in oltre 600mila euro.

Incendio doloso Treviso: il mandante veneziano è un ex della “Mala del Brenta”

Sono due veneziani

Il piromane, entrato in azione di notte, è stato ora identificato in Jonathan Causin, 38enne di Quarto d’Altino con vari precedenti. L’uomo, accusato di incendio doloso e danneggiamento, è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, a firma del giudice Angelo Mascolo, all’interno del penitenziario di Santa Maria Maggiore, a Venezia, dove già si trovava rinchiuso dal settembre scorso proprio per via dei suoi precedenti (nel caso specifico, furto). Stessa reati contestati al mandante, Bruno Tommasini, 72enne veneziano, già noto alle cronache giudiziarie per aver fatto parte della “Mala del Brenta”.

Il mistero: c’è un “livello superiore”?

Gli agenti della Mobile sono arrivato al piromane grazie ai video delle telecamere di sorveglianza, agganciando poi il segnale telefonico dell’uomo (intestato a un prestanome): da lì gli investigatori sono riusciti a seguirne gli spostamenti: dopo aver appiccato il rogo che ha devastato la carrozzeria, Causin ha raggiunto il parcheggio del pub “Colonial Inn” di Silea, disfandosi degli inneschi, degli abiti utilizzati poco prima e di altro materiale compromettente.

Sempre tracciando il traffico telefonico gli agenti sono poi risaliti all’uomo che gli aveva commissionato il “servizio”: per una cifra, pare, di 3 mila euro. Un’indagine tuttavia che, stando agli stessi inquirenti, potrebbe riservare ulteriori sorprese: ovvero la possibile presenza di un “livello superiore” a quello già smascherato dello stesso mandante.

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