In 5mila a Mestre per dire "No" al nuovo inceneritore
I partecipanti hanno espresso con forza la loro opposizione agli inceneritori di Eni-Rewind e Veritas, chiedendo il blocco di questi progetti
Ieri, sabato 1° giugno 2024, circa 5.000 persone hanno invaso le strade di Mestre per manifestare contro il progetto proposto da Eni Rewind di un nuovo impianto di valorizzazione dei fanghi da depurazione tramite essiccamento.
In 5mila a Mestre per dire "No" al nuovo inceneritore
Un corteo di circa 5mila persone (secondo i dati riportati dagli organizzatori) ha attraversato Mestre, ieri 1° giugno 2024, per dire con forza il proprio "no" al nuovo inceneritore. La manifestazione, organizzata dal coordinamento "No Inceneritore" è partita dal piazzale della stazione.
Alla manifestazione hanno partecipato numerose sigle dell'attivismo veneziano e veneto, oltre a moltissimi cittadini di tutte le età, che sventolavano la bandiera del coordinamento "No Inceneritore".
Tra i partecipanti c'erano Opzione Zero, comitati di matrice cattolica, l'Anpi, Italia Nostra, i comitati locali di Malcontenta, i No Grandi Navi, gli Amici del Parco San Giuliano e associazioni che si battono per la sanità pubblica territoriale.
L'appello
La manifestazione, come si legge nell'appello, è stata organizzata per ribadire che la tutela della salute e dell'ambiente sono diritti costituzionali che devono prevalere sui profitti degli speculatori. I partecipanti hanno espresso con forza la loro opposizione agli inceneritori di Eni-Rewind e Veritas, chiedendo il blocco di questi progetti.
Un'altra richiesta importante è stata la messa al bando dei PFAS, iniziando con il divieto di produzione di queste sostanze nel territorio regionale e il divieto del loro utilizzo negli imballaggi alimentari. Inoltre, i manifestanti hanno sottolineato l'importanza dell'applicazione del principio di precauzione in tutte le decisioni riguardanti nuove opere e impianti industriali, in particolare per quanto riguarda la gestione dei PFAS, chiedendo il divieto di incenerimento di rifiuti contenenti queste sostanze.
Sono stati chiesti anche più monitoraggi ambientali e biomonitoraggi per garantire una migliore tutela del territorio e della salute pubblica. Infine, è stata avanzata la richiesta di aprire un tavolo di confronto vero e partecipato sul futuro di Porto Marghera, per assicurare che le decisioni prese riflettano le esigenze e le preoccupazioni della comunità.