Denuncia il nonnismo in caserma e viene espulsa: per il Consiglio di Stato la 21enne Giulia Schiff non va reintegrata
La sergente di Mira aveva denunciato violenze in occasione del "battesimo del volo", anche attraverso un video. I primi di novembre i colleghi andranno a processo, ma lei non potrà tornare in Aeronautica
E' definitivamente fuori dall'Aeronautica. La sua carriera, quindi, è finita. Dopo aver denunciato frustate e botte durante il rito del "battesimo del volo", la 21enne di Mira Giulia Schiff, è arrivato il verdetto del Consiglio di Stato, che va nella stessa direzione di quello del Tar: appello di reintegro rifiutato. E quindi l'espulsione è confermata. Il motivo? "Conseguenza diretta dell'insufficiente voto in attitudine militare e professionale".
Denuncia il nonnismo in caserma e viene espulsa
Giulia Schiff non verrà reintegrata. E' questo il verdetto del Consiglio di Stato che si è pronunciato (nella stessa direzione della decisione del Tar), sull'impossibilità di accogliere l'appello di reintegro avanzato dalla 21enne di Mira, vittima di nonnismo in occasione del rito di iniziazione a cui si sarebbe stata sottoposta dai colleghi di corso per allievi ufficiali di completamento per divenire pilota di jet. La sua esclusione, quindi, è confermata, per "l'insufficiente voto in attitudine militare e professionale".
Per il Consiglio di Stato la 21enne Giulia Schiff non va reintegrata
L'ex allieva dell'accademia, parallelamente, ha chiesto un risarcimento dei danni morali e materiali, non inferiore a 70mila euro. Ma il processo partirà il 5 novembre. In quell'occasione compariranno in Tribunale gli otto sergenti che, secondo la Procura militare, hanno offeso prestigio, onore e dignità della ragazza, usandole violenza e cagionandole escoriazioni plurime.
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Il video delle violenze subite
A sollevare il polverone era stato il video girato in occasione di quel rito di iniziazione, in cui si vedeva e sentiva la ragazza urlare e singhiozzare. E sul caso era intervenuto anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che aveva assicurato alcuna comprensione per eventuali comportamenti difformi dalla correttezza e dall'etica professionale rispetto alla dignità individuale.
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