Mestre, stop del Comune all’inceneritore Eni a Porto Marghera
L’impianto, che dovrebbe trattare fino a 190 mila tonnellate l’anno di fanghi civili da tutto il Veneto, non sarebbe compatibile con il Piano di assetto del territorio

Il Comune di Venezia dice no al progetto di inceneritore proposto da Eni Rewind per l’area di Porto Marghera. La decisione è stata presa durante la commissione consiliare di lunedì 14 aprile 2025.
Mestre, stop del Comune all’inceneritore Eni a Porto Marghera
Stop del Comune all’inceneritore Eni a Porto Marghera. A dirlo chiaramente è l’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin: l’impianto, che dovrebbe trattare fino a 190mila tonnellate l’anno di fanghi civili da tutto il Veneto, non è compatibile con il Piano di assetto del territorio (PAT). L’area individuata, conosciuta come “isola 46”, è infatti classificata come zona umida minore, dove l’unico tipo di intervento consentito è il ripristino ambientale.

Durante la commissione consiliare, il dirigente del settore Bonifiche e Valutazioni Ambientali, Massimo Gattolin, ha ribadito che in queste zone non sono ammessi neppure interventi di bonifica idraulica. Il progetto non rispetta né il PAT né il Piano degli Interventi, e questo sarà ribadito anche alla Conferenza dei Servizi, ancora da convocare.
Secondo De Martin, il Comune porterà in quella sede non solo un parere tecnico, ma anche la posizione politica dell’amministrazione e la voce dei cittadini, che si sono già espressi in modo netto contro l’impianto. Da parte sua, Eni Rewind mantiene la propria linea, preferendo non commentare e attendere l'esito della Conferenza dei Servizi, consapevole che la decisione finale spetta a più enti.
I dubbi della comunità medica
Le preoccupazioni maggiori arrivano dal mondo della sanità. Secondo i dati presentati da medici e pediatri durante l’incontro di lunedì, nel quartiere di Marghera la mortalità per tumore è superiore del 20% rispetto alla media regionale, che a sua volta è già più alta della media nazionale. Il dottor Franco Rigosi (Medicina Democratica) e il presidente provinciale di ISDE – Medici per l’Ambiente, Paolo Regini, hanno sottolineato come l’impianto aggraverebbe una situazione ambientale già critica.
I dati ARPAV mostrano frequenti superamenti dei limiti di inquinamento dell’aria, stabiliti già nel 2010 e destinati a diventare ancora più stringenti entro il 2030.
"Un passo avanti, ma la battaglia continua"
Per Monica Sambo, segretaria del Partito Democratico, la presa di posizione del Comune è un passo avanti, ma la mobilitazione deve proseguire.

Dopo un anno di silenzi e incertezze, finalmente il sindaco Brugnaro ha preso posizione: è contrario all’inceneritore proposto da Eni Rewind - ha commentato la consigliera su Facebook -. La posizione è stata ribadita anche oggi nella Commissione competente, dove sono state anche sollevate le incompatibilità dell’impianto con le norme urbanistiche.
Una decisione importante, che arriva solo grazie alla costante pressione dei comitati cittadini e del Partito Democratico, che in questi mesi hanno lavorato senza sosta per fare chiarezza, presentare interrogazioni a tutti i livelli, richiedere documenti e dare voce alle preoccupazioni dei cittadini.
La nostra battaglia ha trovato conferma anche nella relazione dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha evidenziato i gravi rischi per la salute e l’ambiente legati a questo progetto. Ora serve coerenza. Serve che la contrarietà diventi formale, che l’amministrazione comunale apra un vero dialogo con i cittadini e che la trasparenza diventi la regola, non l’eccezione. Continuiamo a difendere il nostro territorio. Insieme".