Riaprire gli stabilimenti balneari, adesso: "E' una partita in cui siamo arrivati ai tempi supplementari"
Parla Fabrizio Boscolo Nale, presidente di Gebis che ci presenta un po' di dati del settore e racconta come si potrebbe ripartire, subito e in sicurezza.
Abbiamo parlato con Fabrizio Boscolo Nale, Presidente GeBIS (Gestori Stabilimenti Balneari di Chioggia-Sottomarina e Isola Verde), Associazione che fa parte di UnionMareVeneto/Conftursimo SIB Sindacato Italiano Balneari Confcommercio. Ecco cosa ci ha raccontato...
Alcune considerazioni
La situazione attuale del comparto turistico Balneare è fortemente in crisi e questo non è un mistero. Da più fronti abbiamo sentito l'appello degli albergatori e dei gestori degli stabilimenti balneari a anche il Governatore Zaia ha lanciato il suo appello perché il settore turistico possa partire al più presto.
L'elenco delle richieste avanzate dal presidente Fabrizio Boscolo Nale è più che ragionevole:
"C'è un silenzio assordante da parte del Governo! Speriamo che le Regioni si mettano in anticipo: il turismo rappresenta il 13% del Pil nazionale con 18 miliardi di entrate. Ad oggi, sono già andati persi introiti per circa 1/3 della spesa potenziale degli stranieri per un totale di circa 10 miliardi!"
Dati alla mano
Il Veneto, nel settore turismo, ha poi un doppio primato: da un lato è la prima Regione d'Italia per l'industria del Turismo di di cui il 50% è dato soltanto dalla costa veneta ed è oltretutto anche la prima regione d'Italia per estensione offerta demanio turistico (dati 2019), dall'altro, in questo 2020, il Veneto ha raggiunto anche un altro triste primato: è la prima Regione d'Italia per domande di cassa integrazione in deroga presentate: ben 29.192. Un numero da capogiro che diventa ancora più significativo se si considera che su 50.000 occupati ben 35.000 arrivano dal comparto turistico. Continua il presidente dell'Associazione:
"E' una partita in cui siamo arrivati ai tempi supplementari. Si sa che l'ambiente spiaggia è uno dei migliori per recuperare questi due mesi in quarantena. Per questo, abbiamo pensato ad un nuovo concept delle spiagge, così da accogliere in totale sicurezza gli ospiti."
Quali cambiamenti:
- Distanziamento, il che si traduce in una maggiore comodità degli spazi
- Prenotazioni anticipate con sistema "salta la coda", così da evitare assembramenti
- Servizio ristorazione sotto l'ombrellone
- Informazione mirata
- Sanificazione più attenta, con punti in cui igienizzare le mani con apposite soluzioni disinfettanti
L'impegno è quello di non far mancare il senso di ospitalità che da sempre distingue gli stabilimenti balneari. Non solo: gli operatori si impegnano a mantenere i prezzi in linea con quelli dello scorso anno, senza aumenti, nonostante i costi da sostenere e le perdite già subite.
E le garanzie?
Cinque i punti sottolineati:
- Regole certe, da subito: non è più il momento di temporeggiare. Nella migliore delle ipotesi, si potrà riaprire durante l'ultima settimana di maggio con un protocollo applicabile. Non si può però rispondere con proposte assurde, come i termoscanner o i già citati plexiglass.
- Passare dai divieti ai permessi: in questo modo, sarebbe possibile pagare gli stipendi a dipendenti e collaboratori, evitando i licenziamenti.
- Meno burocrazia: la complessa macchina messa in atto per le operazioni di ripresa costa ben 57 miliardi (fonte: CGA di Mestre). Un meccanismo ostico che non giova a nessuno.
- Finanziamenti a fondo perduto, per recuperare e ripartire, senza indebitarsi ulteriormente e pagare solo in sei anni
- Eliminazione delle tasse
Conclude il presidente dell'Associazione:
"Chiediamo di essere messi nelle condizioni di poter erogare i servizi in sicurezza, con regole certe e immediate. Si riparta subito, per soddisfare le tante richieste da parte di molte persone che non vedono l'ora di respirare un po' di salubrità e di normalità in spiaggia. Noi vogliamo essere pronti!"