Verso le regionali in Veneto, centrodestra senza fretta: Tajani apre a un candidato leghista
Tajani ha sottolineato che, pur non essendoci ancora un accordo definitivo, c'è tempo per trovare l’intesa

Nel centrodestra regna al momento la prudenza sulla scelta del futuro candidato alla presidenza della Regione Veneto. Tutte le forze della coalizione – Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – concordano sul fatto che la decisione sarà presa congiuntamente, ma il nome e il partito di appartenenza del prossimo candidato restano incerti. L’ipotesi più accreditata, però, è che la guida della Regione resti alla Lega.
Verso le regionali in Veneto, Tajani apre a un candidato leghista
Un segnale in questa direzione è arrivato martedì da Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia e vicepremier, che ha dichiarato di non avere preclusioni nei confronti di un candidato leghista, rispondendo così indirettamente a Claudio Durigon, vicesegretario della Lega.

Quest’ultimo aveva ribadito la volontà del Carroccio di proseguire nel solco tracciato finora, rivendicando il radicamento del partito nel territorio e la continuità con l’attuale governo regionale, Luca Zaia. Una continuità che, come ha fatto notare, è già stata garantita in altre regioni come Marche e Calabria.
Tajani ha sottolineato che, pur non essendoci ancora un accordo definitivo, c'è tempo per trovare l’intesa: se le elezioni regionali dovessero svolgersi a fine novembre, le liste andranno presentate un mese prima. Nessuna fretta dunque, soprattutto considerando che il centrodestra è dato per favorito.
A chi ipotizzava incontri imminenti tra i leader, Tajani ha risposto con ironia, spiegando che per Ferragosto sarà a messa a Castelgandolfo, nel suo collegio elettorale, e che di regionali si tornerà a parlare dopo l’estate.
I nodi ancora aperti: la lista Zaia e la scelta del candidato
Tra le questioni ancora da definire, vi è quella della lista Zaia, fortemente voluta dalla Lega ma non ancora confermata. Durigon ha liquidato il tema spiegando che si faranno "più liste possibili" e che ogni decisione sarà presa a livello nazionale.
L’obiettivo ora è individuare il candidato presidente. La Lega, sostiene Durigon, può vantare una classe dirigente solida, in parte formata proprio da Luca Zaia, e questo permetterebbe di condividere una proposta forte con gli alleati, proseguendo l’esperienza di governo degli ultimi anni.
I possibili candidati
Se l’apertura di Tajani dovesse tradursi in un via libera al Carroccio, il nome più accreditato resta quello di Alberto Stefani, deputato e segretario regionale della Lega.

Tuttavia, un sondaggio condotto da SWG tra il 12 e il 19 maggio su un campione di mille residenti in Veneto ne evidenzierebbe una scarsa notorietà rispetto ad altri possibili candidati leghisti.
Tra i cinque profili analizzati – Stefani, Massimo Bitonci, Elisa De Berti, Roberto Marcato e Mario Conte – Stefani risulterebbe ultimo sia per notorietà che per gradimento.
Bitonci sarebbe invece il più conosciuto e apprezzato tra i militanti del partito. Solo il 3% del campione totale sceglierebbe Stefani, contro il 10% per Bitonci. Il dato ha sollevato perplessità all’interno della Lega: secondo Marcato, i risultati potrebbero essere influenzati da un "fuoco amico", considerato che il committente del sondaggio non è stato reso noto.




Zaia frena sul suo nome e sulla lista
Anche Zaia è intervenuto sul tema delle liste e della sua possibile candidatura, minimizzando il peso della "lista Zaia", che a suo avviso non è una gratificazione personale, ma uno strumento utile al centrodestra per rafforzare la propria rappresentanza in consiglio regionale e coinvolgere un elettorato più ampio.
Secondo un sondaggio, la lista che porta il suo nome raccoglierebbe oggi il 25,5%, in calo rispetto al quasi 45% di cinque anni fa.
Zaia ha comunque precisato che sarà il candidato presidente a decidere in merito all’eventuale presentazione della lista a lui collegata. Per ora, ha concluso, siamo ancora nella fase di riscaldamento e, con tante questioni urgenti da affrontare per il Veneto, non intende perdere tempo in polemiche politiche.