Covid, Zaia: “Zona arancione dietro l’angolo. Scuole? Deve esprimersi il Cts”
Alcune novità: il Dpcm non verrà annunciato solo 4 ore prima della sua pubblicazione e il cambio di zona sarà attivo dal lunedì ma annunciato molto prima.
Il bollettino
Il bollettino aggiornato a oggi prevede 4.008.425 tamponi molecolari, i test rapidi sono 3.137.697, nelle ultime 24 ore sono stati intercettati 1.304 positivi su 47.356 tamponi che forniscono l’incidenza dei positivi sul totale di tamponi del 2,75%. Il numero dei positivi totali sono 330.227, i positivi a oggi sono 22.949, i ricoveri in totale sono 1.351, di questi 134 (+2) in terapia intensiva, 1217 in area non critica (-30). I morti sono 9791 (+28), 15848 i dimessi (+73). Sui dati, il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia ha affermato:
“Vorrei fare un piccolo ragionamento, lo diceva il ministro Speranza questa mattina, la preoccupazione diffusa non è la volontà di tenere posizioni tragiche o ottimistiche, si parla con obiettività. Se si guardano i dati del Veneto tranne l’altro ieri, abbiamo sempre avuto un calo e stiamo calando anche in area non critica, è un calo continuo, vedremo fino a quando. Se guardiamo invece i positivi, la percentuale che all’inizio era attorno all’1,5% è arrivata quasi al 3%. Se avessi il grafico delle incidenze l’abbiamo quasi raddoppiato. Sono sempre numeri piccoli, però comunque c’è una tendenza all’aumento dei positivi, da 600 al giorno a 1300”.
Ha parlato poi del dato Rt:
“Guardo il dato Rt eravamo arrivati a 0,60 ora abbiamo 0,91 circa, il che dice che sono piccoli campanelli di allarme che sono in linea con quello che sta succedendo a livello nazionale. La situazione è buona, abbiamo avuto un comportamento anticiclico che quando tutti calavano noi crescevamo. Di preoccupazione ce n’è, primo perché dal punto di vista sanitario dobbiamo evitare di creare pressione ospedaliera, con i parametri di oggi ricordo che con Rt 1 si va in zona arancione, vorrebbe dire chiusure e restrizioni. Non dipende da noi ma dai paramatri nazionali”.
Le richieste al Governo
Il Governatore ha ribadito le richieste al Governo:
“Ho chiesto se ci sono delle misure, è bene che la realtà scientifica con Cts e istituto superiore di sanità indichino al ministro le misure e poi chiederà di adottarle di intesa. Così si rispetta l’autonomia del territorio ma serve un fondamento giuridico, la corte costituzionale ha detto che le misure non possono essere decise a livello territoriale. E’ una sentenza che non è da poco, ti porti in pancia dichiarazioni che possono portare danni. Secondo aspetto, ho chiesto che ufficialmente il Cts si esprima formalmente, pubblicamente quindi, che ci renda note le determinazioni rispetto all’apertura delle scuole. Ribadisco che la scuola è sacra, è la sublimazione della formazione dei ragazzi, della cultura ma se la guardiamo dal punto di vista epidemiologico, il Cts deve dirmi per quale motivo altre forme di aggregazione sono pericolose e altre no, non vorrei che accadesse che scappi di mano la situazione. Si deve fare chiarezza e ognuno si prenda le proprie responsabilità. Il rischio di contagio ce l’ha il Cts in mano, ho chiesto che venga dato un parere rispetto a questo, in modo che la Regione possa valutare”.
Luca Zaia ha poi aggiunto:
“Ho richiesto che si vada a valutare l’opportunità scientifica e organizzativa di pensare nella riduzione delle dosi ddi vaccino se è conveniente fare una dose a tutti o due dosi a pochi. Infine ho detto che conosciamo le contestazioni del test ‘fai da te’, sono persone che però nel 99% dei casi non avrebbe fatto nulla, io non mi faccio promotore commerciale ma dico che tu puoi dirmi quello che vuoi ma nell’ottica di riaprire, un ristorante che usa il ‘fai da te’ è meglio rispetto a chi non lo fa. Chi fa il test ‘fai da te’ se risultasse positivi, fatto 100 quanti lo buttano e non aprono bocca? Credo che la maggioranza metterebbe subito in sicurezza i conviventi, si metterebbe in quarantena. E’ una forma indiretta di tutela”.
Rimane la preoccupazione sulle varianti
Il Governatore è tornato sul tema delle varianti e ha affermato:
“E’ uscito uno studio inglese che spiega in modo banale il perché la variante inglese crea più problemi, dato per assunto che non dà manifestazioni patologiche diverse, la fase virulenta di contagio normalmente si accende e poi si spegne in 8 giorni circa. Quella inglese si spegne dopo il 13esimo giorno. Quindi se sono davanti a un asintomatico ho altri 5 giorni in cui la persona continua a infettare. E’ una fase diversa, non è più la fase 1, sta accadendo qualcosa in modo repentino, quindi noi abbiamo necessità di essere più performanti. Ho chiesto anche che a livello nazionale si faccia una campagna di coinvolgimento dei cittadini, devono essere informati sennò torna il problema dell’ospedale, non banalizziamo l’idea e il concetto che i cittadini abbiamo familiarizzato col virus”.
Sull’apertura serale invece…
Il presidente della Regione del Veneto ha inoltre aggiunto:
“Abbiamo posto la questione dell’apertura dei ristoranti e pizzerie alla sera, sempre rispettando il coprifuoco e le restrizioni. Perché non si aprono i ristoranti la sera? Credo che sia ragionevole, abbiamo chiesto anche nell’ottica della ragionevolezza che se ci sono attività chiuse e altre con forme di assembramento più impegnative sono aperte, di spiegare ai cittadini, sempre se c’è una spiegazione scientifica,le motivazioni. Non ne abbiamo fatto una questione di principio ma di giustizia”.
Basta decreti dell’ultimo minuto
Il Governatore ha inoltre ribadito:
“Una bella novità è che ci hanno spiegato che il decreto non arriverà più 4 ore prima della pubblicazione, l’altra buona notizia è che la classificazione non arriverà più il venerdì sera. Per annunciare la zona arancione o rossa, che è già un dramma, on avverrà più il venerdì sera per dire che il sabato o la domenica non apri, perché così subisci un danno. Per tutelare le categorie le restrizioni saranno attive da lunedì ma il cambio zona sarà comunque comunicato per tempo”.