Si procede spediti

Autonomia, l'incontro tra Zaia e Calderoli a Venezia: "Non vogliamo un'equa divisione del malessere"

Nella Legge di Stabilità prevista una cabina di regia che, entro 12 mesi, dovrà definire i Lep (Livelli essenziali di prestazione)

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L'incontro ufficiale a Venezia tra il presidente Zaia e il ministro Calderoli sull'autonomia. Si va avanti spediti e nella legge di stabilità è prevista una cabina di regia per la definizione dei Lep entro 12 mesi.

Autonomia, l'incontro tra Zaia e Calderoli a Venezia: "Non vogliamo un'equa divisione del malessere"

L’autonomia non è la richiesta di un’amministrazione ma di un popolo, su basi democratiche; il Veneto se la aspetta fino in fondo. Ringrazio il ministro Calderoli perché, dopo aver avuto a che fare con cinque esecutivi, finalmente ci troviamo di fronte ad un Governo che, in 43 giorni, è al lavoro con concretezza su una bozza di legge di attuazione, frutto anche del dialogo con i territori. Ma soprattutto perché in una manovra ora c’è un articolo specifico che mette ordine e stabilisce che i LEP si devono definire entro 12 mesi, terminati i quali dovrà intervenire un commissario”.

Queste le parole del Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, oggi, venerdì 2 dicembre 2022 a Palazzo Balbi, a conclusione dell’incontro con il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli.

“Una apposita cabina di regia è prevista nell’ambito della legge di stabilità – ha sottolineato, infatti, il Ministro -. Nell’arco di un anno dovrà definire i livelli essenziali di prestazione LEP, insieme ai relativi costi e ai fabbisogni standard. Solo dopo la definizione dei LEP sarà consentito il trasferimento delle funzioni ulteriori alle Regioni. Questo modello si chiama dell’‘autonomia differenziata’, proprio perché le competenze sulle varie materie vengono richieste sulla base delle potenzialità e del contesto di ogni singola Regione. Sarà necessaria una legge di attuazione e, portando avanti tutto in parallelo, dovremmo poter affrontare e votare le singole intese, stabilite per la fine del 2023 e affidarle al Parlamento”.

Che ha poi aggiunto:

"Per me Veneto vuol dire autonomia, ecco perché la mia presenza qui oggi è simbolica. Da bergamasco fiero ho sempre un po' invidiato il vostro senso identitario di popolo, che in Lombardia non abbiamo. Di certo non possiamo pensare di rallentare chi va forte, per un livellamento al ribasso. Giusto che ci sia una perequazione, ma il mal comune mezzo gaudio abbiamo visto che non ha funzionato. E' l'ora di provare con il federalismo".

“Con l’autonomia non vogliamo togliere niente a nessuno – ha precisato il presidente Zaia -. Siamo convinti di essere legati a doppio filo con le altre Regioni e rifiutiamo ancora una volta l’accusa di voler la secessione dei ricchi. Abbiamo ben chiaro che il Paese se cresce lo fa tutto assieme, se sprofonda lo fa tutto assieme. Chiediamo solo che la competenza che ci verrà riconosciuta in ognuna delle materie, venga trasferita insieme alle risorse che lo Stato dedica già a quella materia per il Veneto. Questo significa non togliere nulla a nessuno. Se poi per qualcuno l’obbiettivo è l’equa divisione del malessere, allora noi non ci stiamo. Non accettiamo la regola di chi ritiene che ‘mal comune sia mezzo gaudio’. Per noi l’autonomia rimane vera assunzione di responsabilità, un nuovo corso per questo Paese”.

“Questo Governo ha davanti una pagina intonsa di storia da poter scrivere – conclude il Governatore –. Dopo il varo della Costituzione nel 1948, la più grande riforma per questo Paese può essere solo quella in chiave federalista con l’autonomia. La disponibilità del Governo è acclarata, spero che in ugual misura sia quella del Parlamento e che anche chi non condivide questa nostra visione abbia la lucidità per accettare di ragionare insieme su un progetto che fa bene a tutti”

Foto con Delegazione Trattante. Da sinistra a destra: Andrea Giovanardi, Dario Stevanato, Luciano Flor, Ludovico Mazzarolli, Presidente Zaia, Elena D’Orlando, Ministro Calderoli, Maurizio Gasparin, Dimitri Girotto, Giacomo Quarneti, Alberto Cestari
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