115 milioni di "buco" per Venezia: la richiesta al Governo da parte dei primi cittadini del Veneto
Una lettera con 19 punti rivolta al Governo per chiedere supporto economico e fronteggiare al meglio i danni dovuti alla pandemia.
Una conferenza stampa "a sindaci riuniti": la fase 1 non è ancora terminata ma è già il momento di pensare alla fase 2 con delle richieste mirate al ministero.
La situazione attuale
Grazie ad un'ottimale gestione della fase 1, si può pensare ad una ripartenza. Eppure, bisogna prima contare i danni a livello economico: siamo nel 44esimo giorno di zona rossa e al 50esimo giorno di restrizioni dovute al Covid19. Le richieste dei cittadini sono continue: moltissimi sono disperati non solo per il presente, ma anche per il futuro che bisogna iniziare a programmare tra difficoltà e incertezze. Lo sforzo che sta facendo il Governo in questi tempi è comprensibile e lo stanziamento di 3 miliardi che arriverà a breve nelle casse dei comuni veneti è sicuramente un buon inizio ma non basta. Il territorio veneto ha delle caratteristiche differenti e si trova anche per questo in difficoltà: dalle colline del prosecco alle città d'arte, ci sono stati danni da milioni e milioni di euro. Bisogna però continuare a garantire i servizi essenziali alla cittadinanza ed è qui che subentra lo Stato.
Un'emergenza lunga da affrontare
L'emergenza, dal punto di vista economico, continuerà per il tutto il 2020 e per parte del 2021: bisogna quindi uscire da questa crisi prima sanitaria, poi economica e anche psicologica. Servono degli strumenti economici e burocratici che permettano di intervenire immediatamente, migliorando il sistema politico. I bilanci, come succede per le aziende, devono essere chiusi: ecco perché c'è la necessità di operare velocemente, senza essere oppressi dal Governo. Del resto, il Veneto rappresenta meno del 2% del debito pubblico, quindi operare autonomamente diventa un modo per snellire le procedure e ottimizzare ulteriormente l'azione.
La situazione veneziana
C'è già un buco da 115 milioni, senza contare partecipate (Actv è sotto di circa 100 milioni) e senza considerare l'Imu: a questi si aggiungono 40 o 50 milioni di Veritas, la parte di introiti persi della Fenice e del Casinò. Bisogna sostenere le partite Iva e finanziare la cassa integrazione in deroga per gli operatori del settore turistico. Venezia è una città speciale sotto tanti punti di vista: aver bloccato le barche, ad esempio, ha obbligato all'utilizzo dei mezzi pubblici, rendendo ancora più stridente la mancanza dei trasporti via acqua. A Venezia, bisogna ripartire anche da questo: le attività in laguna sono fondamentali.