La proposta Fipe Confcommercio per i pubblici esercizi: "Rimuovere l'obbligo per i gestori di controllare il Green pass"
Il presidente Zanon: “Abbiamo intrapreso la strada della normalità e nella normalità gli imprenditori non fanno i controllori”
“Nuova normalità significa autoresponsabilità”: questo, hanno scritto i vertici nazionali di Fipe al governo, a proposito del rapporto tra pubblici esercizi e obbligo di green pass, anche in considerazione del miglioramento della situazione pandemica.
La proposta Fipe Confcommercio per i pubblici esercizi
“Bar e ristoranti chiedono semplificazione, rimuovendo l’onere a loro carico dei controlli dei certificati”, spiega Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Metropolitana di Venezia e Rovigo, che guida anche Fipe, facendo eco al presidente nazionale di categoria Lino Enrico Stoppani che ha firmato la lettera inviata ai ministri allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e alla Sanità Roberto Speranza.
"Mentre diversi Paesi in Europa si avviano verso il superamento del green pass, proiettandosi verso una nuova normalità, i pubblici esercizi italiani chiedono quantomeno un passaggio di maturità del Paese, con l’introduzione del principio dell’autoresponsabilità nell’utilizzo della certificazione verde. Ovvero, di fronte a un controllo delle forze dell’ordine, solo l’avventore dovrebbe rispondere del possesso dei titoli per poter accedere e soggiornare nei locali”, si legge nella missiva resa nota oggi.
"Rimuovere l'obbligo per i gestori di controllare il Green pass"
Che prosegue così:
"Il settore dei pubblici esercizi in questi due lunghi anni di crisi ha sopportato numerosissime e altalenanti misure restrittive dell’attività e ha responsabilmente sostenuto l’introduzione del green pass presso le proprie imprese, favorendo in tal senso la promozione della campagna vaccinale.
Questa attività di controllo si è tradotta per le attività del settore in una serie corposa di oneri aggiuntivi in un quadro di crescente complessità: oltre 65 provvedimenti nazionali sono stati adottati da giugno ad oggi in merito alla regolamentazione dei flussi degli stranieri, alla durata dei vaccini, alla gestione dei guariti, alla validità delle dosi booster e varie eccezioni.
Oggi questa complessità è ridondante: mentre rimangono e crescono i costi per le imprese, l’azione di moral suasion che i controlli potevano sortire all’interno dei pubblici esercizi ha raggiunto la sua massima efficacia nelle passate settimane.
Il settore ha già dato moltissimo – sottolinea, dunque, Zanon – Con tanto impegno e altrettanti sacrifici abbiamo intrapreso la strada della normalità e nella normalità gli imprenditori non fanno i controllori”.