Cgia di Mestre

Il Veneto torna ad essere la locomotiva del Paese: “Davanti a Lombardia ed Emilia per crescita economica”

Riusciranno ancora i nostri macchinari, le apparecchiature elettriche, l’occhialeria, il tessile e le calzature a fare i loro affari in Francia e Germania?

Il Veneto torna ad essere la locomotiva del Paese: “Davanti a Lombardia ed Emilia per crescita economica”

Buone nuove dall’Ufficio Studi della Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre, la CGIa dalla quale Paolo Zabeo ci rassicura così:

“Dopo alcuni anni in cui seguivamo di una incollatura Lombardia ed Emilia Romagna, secondo le ultime stime presentate da Prometeia, nel 2025 il Veneto ha messo la freccia e dovrebbe tornare a guidare la classifica nazionale della crescita economica. Con un incremento previsto nella nostra regione dello 0,97% rispetto al 2024, dovremmo tornare a essere la locomotiva d’Italia”.

Paolo Zabeo

In valore assoluto, infatti, il Pil nominale è destinato a superare i 205 miliardi di euro. Dietro al Veneto, stanno le Marche con un aumento dello 0,81% e il Trentino Alto Adige con lo 0,78%.

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Prometeia (luglio 2025)

Secondo la CGIA di Mestre che ha elaborato i dati, se confermato, questo risultato ci darebbe una grande iniezione di fiducia, ancorché si tratti di una previsione di crescita molto contenuta ed il clima generale non sia dei più rosei: tra guerre e tensioni geopolitiche, nell’ultima parte dell’anno il commercio mondiale potrebbe subire un ulteriore rallentamento, penalizzando proprio le Regioni che, come il Veneto, sono più vocate all’export.

Italia malata d’Europa? Anche no

Talvolta l’Italia viene considerata il grande “malato d’Europa” e gli italiani erano i più tartassati tra i cittadini dell’Area Euro. Attualmente, però, il primato negativo spetta alla Francia, che sta attraversando una crisi politica, sociale ed economica molto preoccupante.

In termini di Pil pro capite, consumi e investimenti, nel corso dell’anno l’Italia ha ampiamente superato la Francia che ci precede esclusivamente per quanto concerne il prelievo fiscale ha toccato livelli che in Italia si è mai raggiunto.

Nel confronto con Parigi, vinciamo noi

Ancora, ricorda CGIA, rispetto ai cugini transalpini abbiamo due punti percentuali di disoccupazione in meno, e lo scorso anno il nostro export è stato superiore di oltre 33 miliardi di dollari, mentre lo spread è ai minimi storici e la situazione dei nostri conti pubblici è in netto miglioramento.

Intanto, come si saprà, l’aumento del deficit e del debito pubblico francese hanno causato nelle settimane scorse le dimissioni del primo ministro François Bayrou, che è stato il terzo premier a lasciare l’incarico in poco più di un anno.

Post pandemia: in Italia crescita record. In Germania è crisi nera

Grazie alla spinta economica registrata nel biennio 2021-2022, l’economia italiana è quella che tra i principali paesi dell’UE è “uscita” meglio dalla crisi pandemica registrando una crescita del 5,8% contro il 4,3% della Francia e la linea piatta della Germania.

Tra i big europei, solo la Spagna, con il +6,8% per cento, può contare su un incremento della ricchezza prodotta superiore al nostro mentre la media dei 20 paesi dell’Area Euro si è attestata sul  +4,9%.

Leadership, infine, quanto al trend del Pil reale pro capite, che dal 2019 al 2024, ha avuto un balzo del in avanti del 7,2% contro il 3% della Spagna, il 2,6% della Francia ed il -1,6% della germania.

Terrà l’export Veneto?

Il quadro negativo appena fatto di Germania e Francia, principali destinazioni dell’export Veneto, secondo la CGIA potrebbe comportare delle ricadute negative in aggiunta agli effetti dei dazi imposti dall’Amministrazione USA.

Ci si chiede: se dal 2023, le esportazioni venete verso la Germania registrano un -5,5%e  ed uno 0,8% verso la Francia, riusciranno i nostri macchinari, le apparecchiature elettriche, l’occhialeria, il tessile e le calzature a non perdere ulteriori quote di mercato?