Cara Europa

Finanziamenti, Zaia: "Non possiamo essere i parenti poveri dell'Europa"

Non si può pensare di ripartire senza il supporto dell'Europa: Zaia parla delle garanzie da e per le aziende.

Finanziamenti, Zaia: "Non possiamo essere i parenti poveri dell'Europa"
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Durante la conferenza stampa odierna, il presidente Zaia ha parlato della situazione economica. Se è vero che ci sono ben 14mila aziende in Veneto che aspettano di ripartire, è anche vero che bisogna dare degli aiuti per rimettere in moto la macchina economica.

I finanziamenti europei

Bisogna arrivare ai livelli di finanziamento della Germania. "Non possiamo essere i parenti poveri dell'Europa", sottolinea Zaia. Il Veneto è tra i contribuenti netti dell'Unione Europea, il che vuol dire che vengono versati più fondi di quanti si ricevono: questo dovrebbe essere un motivo in più per finanziare le aziende in questo momento di difficoltà.

Quali garanzie?

Le imprese vanno aiutate ma con la garanzia che paghino le fatture: arrivano segnalazioni di clienti che non pagano con la scusa del Coronavirus o che pagano solo in parte e questo non può essere accettato. Bisogna fare in modo che il finanziamento venga mantenuto a coloro che pagano, sia i loro lavoratori che i fondatori che aspettano il saldo per le merci già consegnate, inserendo magari una clausola apposita. Si mira ad un intervento importante e che duri per un lungo periodo: si rimane quindi in attesa di un piano mirato.

La riapertura delle aziende

Alcune aziende hanno riaperto con il silenzio-assenso. Questa modalità comporta un gran numero di deroghe che portano ad un effetto boomerang per l'azione di contenimento. Aperture simili mettono a rischio la procedura regolamentata attuale: oltre al gran numero di spostamenti, l'assembramento mette a repentaglio il benessere dei lavoratori. La competenza per la riapertura spetta al governo e, anche se lo stesso presidente auspica che si riapra il prima possibile, la situazione è delicata.
Per le aziende che hanno aperto, si spera che ci siano almeno il rispetto delle norme previste (ovvero un metro di distanza tra una postazione e l'altra e l'uso dei dispositivi di sicurezza).
A chi chiede se si rischia di creare troppe aspettative per la riapertura, Zaia risponde che proprio per questo servono prove scientifiche per la riapertura.

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