Mercato del lavoro

Ecco i numeri del mercato del lavoro nel Veneto nella prima metà del 2025

Sei mesi tutto sommato positivi: meglio l'industria che non servizi e agricoltura

Ecco i numeri del mercato del lavoro nel Veneto nella prima metà del 2025
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Da Veneto Lavoro ci informano che il saldo occupazionale dei primi sei mesi dell’anno si conferma positivo, evidenziando una crescita pari a +74.700 posti di lavoro dipendente. Nonostante il buon andamento nel mese di giugno, in cui si registra un deciso recupero nell’industria e in alcuni ambiti del terziario, si tratta tuttavia di un risultato inferiore a quello del triennio precedente. La flessione della domanda di lavoro, accompagnata alla sostanziale stabilità delle cessazioni, suggerisce il persistere di una condizione di cautela nelle decisioni aziendali, influenzata dall’incertezza che ancora contraddistingue la congiuntura economica e dal permanere di difficoltà nel reperimento del personale.

Calano le assunzioni al femminile

Il calo delle assunzioni interessa soprattutto le donne (-3%), i lavoratori italiani (-3%) e quelli delle fasce di età centrali (-4%). Bilancio positivo e in miglioramento rispetto allo scorso anno per i contratti a tempo indeterminato (+17.100), soprattutto per la riduzione delle cessazioni e l’aumento delle trasformazioni. Saldo positivo ma in ridimensionamento per il tempo determinato (+56.000) e l’apprendistato (+2.300).

Bene industria, benino agricoltura e terziario

Dal punto di vista settoriale, segno positivo in tutti i tre macro-settori, ma se nell’industria il bilancio è migliore rispetto a quello dello scorso anno (+9.400 posizioni lavorative contro le +8.300 del 2024), in agricoltura e nel terziario risulta meno favorevole (rispettivamente +1.200 e +57.900).

Bilancio occupazionale positivo ma in rallentamento

Nella prima metà del 2025 il mercato del lavoro veneto ha proseguito la sua crescita, grazie soprattutto al deciso recupero registrato nel mese di giugno. Il bilancio occupazionale del periodo, pari a +74.700 posti di lavoro dipendente, è tuttavia inferiore a quello registrato nel triennio precedente, a conferma di un atteggiamento di maggiore cautela nelle decisioni aziendali, anche in virtù del persistere della condizione di incertezza sul fronte internazionale e delle difficoltà di reperimento di personale.

Come si diceva, la domanda di lavoro si conferma in lieve calo nel periodo (-1%), interessando soprattutto le donne (-3%), per le quali si rileva una diminuzione delle attivazioni sia a tempo pieno (-2%) che a orario ridotto (-5%), i lavoratori italiani (-3%) e quelli delle fasce di età centrali (-4%). Sono invece positivi gli andamenti registrati per gli stranieri (+3%) e gli over 55 (+4%). Nel complesso, si conferma elevata l’incidenza del part-time (33%), che rispetto allo scorso anno rimane stabile per gli uomini (22%) e scende dal 49% al 48% per le donne.

Più contratti a tempo indeterminato

Bilancio positivo e in miglioramento rispetto allo scorso anno per i contratti a tempo indeterminato (+17.100), soprattutto per la riduzione delle cessazioni e l’aumento delle trasformazioni. Saldo positivo ma in ridimensionamento per il tempo determinato (+56.000) e l’apprendistato (+2.300), nonostante il buon andamento registrato nel mese di giugno da entrambe le tipologie contrattuali.

Made in Italy

I risultati sono positivi ma ridimensionati rispetto al 2024, soprattutto in virtù dei cali nell’industria tessile-abbigliamento e nell’occhialeria, oltre al rallentamento nell’industria alimentare. In controtendenza con il resto del settore, l’industria calzaturiera e del legno-mobilio registrano saldi in leggero miglioramento. Nel terziario, risultati positivi ma inferiori allo scorso anno nei servizi turistici (nonostante la ripresa registrata a giugno), nel commercio e nei servizi di pulizia. Fa eccezione il comparto del terziario avanzato, dove i picchi di contratti di brevissima durata legati alle attività di produzione cinematografica determinano un deciso incremento delle assunzioni all’interno del comparto dell’editoria e della cultura.