Chiusura Speedline, i sindacati non ci stanno: blocco dei cancelli, oggi l'atteso tavolo in Regione
Sono più di 600 i lavoratori a rischio... e per il momento le merci non escono dallo stabilimento
Un Ponte dell'Immacolata diverso dal solito, all'insegna di una vera e propria lotta, una battaglia per difendere il proprio lavoro, il proprio stipendio.
Chiusura Speedline, i sindacati non ci stanno
Sono più di 600 i lavoratori della Speedline di Tabina, Santa Maria di Sala, a rischio, per la decisione del gruppo aziendale di chiudere lo stabilimento veneziano e delocalizzare in Polonia o in Germania. Una scelta che, come prevedibile, ha suscitato reazioni anche feroci tra le parti sociali e che ha registrato anche il dissenso da parte delle istituzioni locali.
Tutti dalla parte dei lavoratori
Tutti, insomma, sono dalla parte dei lavoratori. Il sindaco di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni, parlamentari, senatori, sindacalisti, tutti insieme hanno sostenuto di voler consegnare nelle mani del Governo una vertenza, che, date le dimensioni del fenomeno, è di interesse nazionale. C'è da dire che purtroppo la decisione dell'azienda sembra andare solo in una direzione: lunedì, infatti, ha dato mandato di confermare lo spostamento del sito a fine 2022.
Blocco dei cancelli, oggi l'atteso tavolo in Regione
Ieri il sindaco di Venezia Brugnaro ha incontrato i rappresentanti sindacati dell'azienda, il primo cittadino di Santa Maria di Sala e Confindustria per portare il proprio appoggio come Città Metropolitana. E sembra che ci sia davvero un'unità di intenti tra le parti sociali e quelle politiche. Ma per il momento, in attesa di un tavolo regionale all'unità di crisi previsto giovedì, è stata predisposta un'attività di presidio dei cancelli. Per evitare che escano le merci: non si sta pensando a uno sciopero a oltranza, piuttosto ad azioni mirate, per obbligare il Colosso a dialogare con i sindacati.