Ogni anno ci si confronta con il mondo: in questo momento, il mondo della cultura si è dimostrato amico di Venezia grazie agli artisti che hanno deciso di raccontare un pezzo del loro sapere e lo fanno proprio tramite questo spazio. Il padiglione Venezia è diventato un elegante salotto, disegnato da Aldo Cibic e Michele Lucchi per accogliere non solo gli artisti ma anche i curiosi che interverranno: un tessuto creato su misura in cui l'artigianato è il protagonista. Qui, sono stati programmati ben 20 eventi che prenderanno vita nei prossimi tre mesi: tutto ciò che sarà possibile ricavare in termini di spunti di riflessione e contenuti sarà il punto di partenza per la prossima biennale.
Una "inaugurazione infuocata" ma impossibile da rimandare
Il Presidente della Biennale, Roberto Cicutto, parla di una:
"Inaugurazione infuocata. All'interno iniziativa anche materiali che ricordano lavoro su Cinecittà e Istituto Luce. È importante mostrare cosa sono i Giardini e i Padiglioni: non si molla dal punto di vista della responsabilità che le istituzioni culturali hanno nei confronti di questa città. Questo laboratorio è un regalo che facciamo al mondo per dimostrare che si può fare."
L'omaggio ad Ennio Morricone
Matteo Gobbo Trioli, presidente di Spirito Nuovo Venezia, spiega perché si è deciso di omaggiare il grande maestro Ennio Morricone, noto in tutto il mondo per le sue colonne sonore che hanno certamente segnato la storia del cinema. Gobbo Trioli parla di una "eleganza anni '30":
"La musica, l'arte stessa non potrebbe esistere se non ci fosse la persona. Alla fine dell'800 ricordiamo Verdi, fautore della genialità che ha portato l'italianità nel mondo. Dopo di lui Puccini che visse come noi una pandemia, la spagnola. Noi siamo qui con mascherine e sofferenza per vivere un grande nome, Morricone: lo ricordiamo quando a San Marco dirigeva nota per nota le sue musiche. Il nostro non è solo un omaggio a Morricone ma alla grande genialità italiana che porta nel mondo arte, cultura e stile di vita"