Veneto in zona gialla, Zaia frena: "Non è finita, serve responsabilità"
Le parole del Governatore, che predica prudenza: "Le zone non sono un gioco a premi dove si vince o si perde, evitate gli assembramenti".
La reazione "a caldo" del presidente Zaia dopo aver appreso del ritorno in zona gialla del Veneto da lunedì 1 febbraio.
Veneto zona gialla, la reazione di Zaia
"Ho avuto questo pomeriggio (ieri, venerdì, per chi legge, ndr.) una conversazione col ministro Speranza che mi ha confermato che il Veneto diventerà ZONA GIALLA. Ma, come ho sempre detto, le zone non sono un gioco a premi dove si vince o si perde. Dobbiamo prendere atto che siamo ancora nel pieno della pandemia, ed è fuori luogo pensare che sia finita. Non è catastrofismo, ma la presa d’atto di quello che accade, non solo in Italia, ma in tutta Europa".
Questo nella serata di ieri, venerdì 29 gennaio 2021, il post del presidente della Regione, Luca Zaia, alla notizia del ritorno in zona gialla del Veneto. A partire da lunedì 1 febbraio e non, come inizialmente ventilato, già da domani, domenica 31 gennaio.
LEGGI ANCHE: Veneto zona gialla (per l'Italia), ma secondo l'Ue è da "cartellino rosso"
"Il ritorno in area gialla va vissuto da ognuno di noi con responsabilità, evitando gli assembramenti, indossando in modo maniacale la mascherina e igienizzando con grande frequenza le mani, perché in un battibaleno lo scenario potrebbe cambiare in arancio o in rosso, e quindi portare a nuove chiusure".
E ancora:
"Non guardiamo solo a noi, ma anche all’Europa, dove la Germania è in lockdown duro ma fatica a uscirne, la Francia ha annunciato nuove dure restrizioni, come l’Inghilterra che ha superato i centomila morti, la Spagna sta ricominciando a crescere. Questo per capire che il rischio di considerarsi un’isola felice va assolutamente evitato".
“Nell’auspicio che ciò non accada, la Sanità del Veneto ci mette e ci metterà tutto l’impegno umanamente e strutturalmente possibile. Con la prevenzione, i controlli, il contact tracing e il monitoraggio di tutto quanto accade nella comunità per essere tempestivi nel monitorare e nell’intervenire, con il lavoro strenuo di tutti i sanitari in tutti gli ospedali".
"Anche se la vita potrà sembrare riavvicinarsi alla normalità come movimentazione complessiva, la vera sfida si dovrà combattere ancora, perché se le cose peggiorano gli ospedali rischiano il collasso, e se vanno in collasso gli ospedali non potranno più essere garantite le migliori cure ai malati covid ma anche a tutti i portatori di altre patologie. Evitarlo è la sfida che tutti noi dobbiamo contribuire a vincere".