Un miracolo

Valanga sul Lagorai, il racconto del sopravvissuto intrappolato nella neve per quattro ore: "Sono riuscito a scavare una buca per respirare"

Lo scialpinista ha riferito di essere rimasto bloccato nella neve per molte ore e di non aver più sentito l'amica

Valanga sul Lagorai, il racconto del sopravvissuto intrappolato nella neve per quattro ore: "Sono riuscito a scavare una buca per respirare"
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L' Associazione rifugi del Trentino rinnova l'invito ad avere massima prudenza in montagna dato che ci sono delle condizioni molto particolari a seconda dei versanti

Valanga sul Lagorai, il racconto del sopravvissuto intrappolato nella neve per quattro ore: "Sono riuscito a scavare una buca per respirare"

Una frattura scomposta a tibia e perone della gamba sinistra per cui dovrà essere operato e problemi all'udito per le ore interminabili passate sotto la nave: la prognosi di Guido Trevisan, lo scialpinista sopravvissuto alla tragedia del Lagorai di domenica, fuga finalmente qualche nube sulle sue condizioni di salute. L'imprenditore è ancora ricoverato all'ospedale Santa Chiara di Trento, ma fortunatamente le sue condizioni non desterebbero particolare preoccupazione.

Per tranquillizzare quanti erano in apprensione per lui è stato pubblicato anche un messaggio sulla pagina facebook del rifugio Caldenave che è gestito dall'imprenditore veneziano: "Guido è in ospedale, ma sta bene. Grazie di cuore"

Sepolto nella neve per ore si è salvato scavando una "truna"

La valanga e poi il nulla. Dopo essere stato estratto da sotto la neve, aveva raccontato quegli attimi terribili agli uomini del soccorso alpino: lui e Ariana Sitton, che purtroppo è morta, erano stati travolti dalla slavina verso le 13. Trevisan però era riuscito riuscito a crearsi una bolla d'aria che gli aveva permesso di respirare

Infatti, come ha racconto al Corriere del Veneto dal suo letto di ospedale, a poche ore dalla tragedia, non era la prima volta che usciva con Arianna per praticare scialpinismo. Anche domenica era una giornata come tante altre, puro divertimento per due appassionati come loro. Poi però in pochi attimi è cambiato tutto e i due amici sono stati letteralmente seppelliti dalla neve. " Sono rimasto bloccato nella neve per quattro ore e mezzo, forse cinque. La mia amica lì sotto non sono mai riuscito a sentirla".

Solo l'esperienza acquisita con gli anni passati in montagna gli ha permesso di mantenere il sangue freddo necessario ad aprirsi una "truna", una buca rettangolare di solito usata come bivacco di emergenza nella neve che gli ha permesso di sopravvivere per ore, sopportando anche un dolore intenso alla gamba sinistra.

Gli "angeli sugli sci" mettono a rischio la propria vita per gli altri

Questa nuova tragedia ha sconvolto non solo l'intera comunità montana, ma anche gli appassionati. Sono stati moltissimi i messaggi di affetto lasciati per Trevisan, tra questi anche un post del comune di Scurelle, nella Val Campelle, proprio dove sorge il rifugio Caldenave.

" Siamo profondamente scossi da quanto accaduto nella nostra Val Campelle. Quei luoghi a noi così cari e familiari, meta di passeggiate ed escursioni durante il periodo estivo, si sono trasformate ieri pomeriggio in una trappola mortale.
Siamo vicini alla famiglia di Arianna Sittoni, che ha perso la vita sotto la valanga che si è staccata nel primo pomeriggio nella zona di Forcella Ravetta. Ci conforta sapere che Guido Trevisan, gestore del Rifugio Caldenave, si è miracolosamente salvato riportando solo alcuni traumi. A lui un sentito incoraggiamento perché possa ristabilirsi al più presto.
Ieri sono stati in molti a mobilitarsi per Arianna e Guido. Gli uomini del soccorso alpino sono saliti nel pomeriggio verso Caldenave e ancora più su, oltre i 2000 metri per prestare soccorso in condizioni meteoclimatiche difficilissime, aggravate dal buio e dalla neve, e hanno fatto ritorno solo in serata, dopo le 22.30 stanchi e provati. I vigili del fuoco come sempre hanno fatto la loro parte con prontezza e capacità organizzativa, allestendo un campo base per le operazioni di soccorso presso il Rifugio Carlettini. Chi era presente, come semplice osservatore, ha potuto constatare l’organizzazione imponente e rapida dei soccorsi.
Le luci dei frontalini dei soccorritori in mezzo al bosco che facevano ritorno al rifugio, dopo sei ore in mezzo alla neve è un’immagine forte che è rimasta impressa in chi aspettava al campo base. Questi “angeli sugli scii” hanno messo a rischio se stessi per puro spirito di solidarietà. Grazie a ciascuno di voi, dal profondo del cuore. E grazie al personale medico e sanitario, ai carabinieri, a Fernanda ed Enzo Floriani che hanno aperto appositamente il Rifugio Carlettini, allo Sci Club Val Campelle e a chi c’era. Questo sapersi “prendere cura dell’altro” con generosità ed empatia è la lezione più bella che rimane"

Un pensiero alle vittime e un accorato invito alla prudenza

Anche l' Associazione rifugi del Trentino  si unisce ai messaggi di pronta guarigione per lo scialpinista, inviando anche un pensiero anche ai familiari ed amici di Arianna Sittoni che amava la montagna ed aveva lavorato nei rifugi della zona con il sogno di diventare una guida. Infine però un monito: l'invito ad avere massima prudenza in montagna dato che ci sono delle condizioni molto particolari a seconda dei versanti

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