Ubriaco al volante travolge e uccide il 57enne Mauro Meneghel: a processo il 24enne Riccardo Rorato
La vittima stava camminando a bordo strada . La prima udienza sarà il 24 settembre.
Il Pubblico Ministero della Procura di Venezia, dott. Giovanni Gasparini, titolare del procedimento penale per la tragica morte di Mauro Meneghel, ha chiesto il processo per Riccardo Rorato, il ventiquattrenne di Caorle, dove peraltro risiedeva anche la vittima, che, perdendo il controllo della sua auto, ha falciato e ucciso l’incolpevole pedone, a soli 57 anni.
Ubriaco al volante travolge e uccide il 57enne Mauro Meneghel
Il giovane, per il quale era scattata anche la misura restrittiva degli arresti domiciliari in virtù dell’estrema gravità della sua condotta, oltre che di omicidio stradale dovrà rispondere anche dell’aggravante di averlo commesso in stato di (pesante) ebbrezza: gli è stato riscontrato un livello di alcol nel sangue di 1.89 g/l, contro il limite di 0,5. Non è stato invece possibile imputargli anche l’omissione di soccorso: dopo aver investito Meneghel, il “pirata” aveva anche tirato diritto lasciandolo al suo destino, salvo costituirsi poco dopo.
Per quanto la legge sotto questo punto di vista sia quanto mai discutibile, il reato è venuto meno: l’autopsia disposta dal magistrato, che ha incaricato il medico legale dott.ssa Cristina Mazzarolo, ha infatti appurato che il cinquantasettenne è deceduto sul colpo a causa dei gravissimi politraumi riportati.
Riscontrando prontamente la richiesta del Pm, il Gup del Tribunale lagunare, dott.ssa Barbara Lancieri, ha così disposto il giudizio immediato avanti il giudice monocratico dott. Fabio Moretti: l’imputato dovrà comparire nell’udienza fissata per il 24 settembre 2021, dalle 9. Un processo dal quale la moglie, la figlia, gli anziani genitori, il fratello e la sorella di Meneghel, e con loro Studio3A che li assiste, si aspettano una condanna esemplare.
A processo il 24enne di Caorle Riccardo Rorato
La tragedia, com’è tristemente noto, si è consumata sabato 20 febbraio 2021 - dunque, indagini preliminari chiuse a tempo di record -, verso le 17, in località Torre di Fine, nel territorio comunale di Eraclea. L’imputato, che, come detto, si era posto alla guida della sua Volkswagen Golf “in stato di alterazione psicofisica conseguente all’assunzione di sostanze alcoliche” mette nero su bianco il magistrato nella sua richiesta di rinvio a giudizio, percorrendo via Revedoli in direzione di Torre di Fine, “effettuando una curva a velocità sostenuta, perdeva il controllo del veicolo, che procedeva per circa 36 metri sul ciglio erboso della strada e andava a impattare contro Mauro Meneghel”, che stava tranquillamente camminando ai lati della carreggiata e che, in seguito al violentissimo impatto, “veniva proiettato a una distanza di circa 50 metri e decedeva sul colpo per insufficienza cardio respiratoria acuta da grave trauma toracico-addominale” prosegue il Sostituto Procuratore, sulla scorta delle conclusioni della perizia cinematica per stabilire dinamica e cause del sinistro affidata all’ing. Mario Piacenti, il quale ha riconosciuto in capo all’investitore la responsabilità esclusiva del fatto.
“A Rorato il Pm imputa “colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia nonché in violazione di legge, in particolare dell’art. 141 del Codice della Strada, perché, in prossimità di una curva, procedeva a velocità non moderata, anche in relazione alle precarie condizioni psicofisiche dovute all’assunzione di sostanze alcoliche, perdendo il controllo del mezzo, e dell’art 142 del Cds, perché procedeva a una velocità non inferiore di 85 km/h a fronte del limite di 50 km/h previsto per quel tratto”.
Per essere assistiti, tramite il responsabile della sede di San Donà di Piave, Riccardo Vizzi, i familiari di Meneghel si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha anche messo disposizione come consulenti di parte nelle operazioni peritali il medico legale dott. El Mazloum Rafi e l’ing. Pierluigi Zamuner, e che ha seguito tutto l’iter in collaborazione con l’avv. Andrea Piccoli, del foro di Treviso.
I congiunti della vittima, attraverso Studio3A, sono già stati risarciti, ma adesso, pur nella dolorosa consapevolezza che nessuna pena sarebbe commisurata per ripagare l’incolmabile perdita che hanno subito, si aspettano anche una risposta forte da parte della giustizia penale, se non altro per lanciare un messaggio chiaro di tolleranza zero nei confronti di comportamenti così criminali sulla strada.