L'appello

Trentini detenuto in Venezuela: sono già 8 mesi. Il dolore della mamma: "Meloni tace, silenzio insostenibile"

Le parole di Armanda Colusso nella mattinata di martedì 15 luglio 2025. Intanto, per sabato 19 luglio 2025, è previsto un nuovo gesto simbolico per il cooperante nel cuore di Venezia

Trentini detenuto in Venezuela: sono già 8 mesi. Il dolore della mamma: "Meloni tace, silenzio insostenibile"
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Nella giornata di martedì 15 luglio 2025 sono ufficialmente trascorsi otto mesi da quando Alberto Trentini, cooperante veneziano, è stato arrestato in Venezuela. Dal 15 novembre 2024, infatti, si trova detenuto nel carcere El Rodeo I senza un'accusa formale. Per questo motivo, Armanda Colusso, mamma di Alberto, si è presentata davanti al tribunale di Roma, dove si stava svolgendo una nuova udienza sull'omicidio di Giulio Regeni (l'avvocata Alessandra Ballerini segue sia la famiglia Regeni, sia la famiglia Trentini), per lanciare l'ennesimo appello diretto alle autorità dello Stato e in particolare alla Premier Giorgia Meloni.

La mamma di Alberto Trentini: "Il silenzio della Premier è insostenibile"

Le parole di Armanda Colusso, che ha letto un comunicato davanti alle telecamere della stampa, arrivano circa tre mesi dopo la telefonata che proprio la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva fatto ai familiari di Alberto Trentini. In quella chiamata, la Premier aveva espresso la sua vicinanza per la delicata vicenda internazionale, ma aveva anche manifestato il massimo impegno del Governo per riportare a casa il cooperante veneziano.

Da quel momento, però, come dichiarato dalla mamma di Alberto, sul caso è calato il silenzio. Questo il discorso fatto da Armanda Colusso, fuori dal Tribunale di Roma nella giornata di martedì 15 luglio 2025, a otto mesi dall'arresto in Venezuela del figlio.

"Oggi sono 8 mesi esatti che mio figlio Alberto è in prigione e ancora tutto tace. E tace anche la nostra Presidente del Consiglio. Questo silenzio per me e la mia famiglia è insostenibile. Il nostro Governo deve attivarsi come ha fatto il Governo svizzero con il compagno di prigionia di mio figlio, che è stato liberato da poco e ha raccontato alla stampa italiana le terribili condizioni di detenzione in cui si trova ancora Alberto.

Armanda Colusso, mamma di Alberto Trentini

Non possiamo più aspettare che le nostre istituzioni dimostrino di avere a cuore la vita di un connazionale e si adoperino con urgenza ed efficacia per riportare a casa nostro figlio, mettendo in campo qualsiasi strumento di diplomazia, come è stato fatto in altri casi. Ogni giorno di più equivale a un ulteriore giorno di indicibili sofferenze per nostro figlio e per noi che trascorriamo le ore a immaginare e condividere la sua angoscia senza poterla alleviare. Contatti non ce ne sono e noi aspettiamo e abbiamo fiducia che qualcuno faccia quel che deve fare, che è necessario per Alberto. Non possiamo più aspettare otto mesi, sono troppi, dobbiamo ribellarci".

Il cooperante si trovava in Venezuela con l’ong Humanity & Inclusion per assistere persone disabili. Non ha commesso alcun reato, ma è stato comunque arrestato:

"Dal punto di vista del governo Maduro, Alberto rappresenta una “moneta di scambio” molto preziosa – ha dichiarato l'avvocata Alessandra Ballerini durante la conferenza stampa alla sede dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti a Roma – è italiano, è un cooperante, è innocente. Tutti elementi che lo rendono utile in una logica di scambi diplomatici".

Il suo, però, non è un caso isolato. A gennaio, un cittadino italo-venezuelano era stato fermato al confine con la Colombia insieme ad altri stranieri, per poi essere rilasciato poche ore dopo. Episodi che fanno pensare a un uso politico delle detenzioni da parte del governo venezuelano, mai ufficialmente riconosciuto dall’Italia.

Sabato 19 luglio un'altra manifestazione per Alberto Trentini

Nel frattempo, a Venezia non si fermano le manifestazioni per Alberto Trentini.

Sabato 19 luglio 2025, gli amici del cooperante hanno organizzato un nuovo gesto simbolico per far sentire la loro voce. Dalle 10 del mattino, infatti, insieme all'associazione Art. 21 percorreranno il ponte Votivo con uno striscione e una richiesta chiara e accorata: "Liberate Alberto". L’azione sarà accompagnata dalle note dell’omonima canzone scritta per lui e già diventata inno di resistenza e vicinanza.

Oltre a ciò, non si ferma il digiuno a staffetta organizzato dall'associazione "Alberto Trentini Libero", giunto ora al suo 132esimo giorno.

"Un segnale di vicinanza alla sua solitudine. Un atto di solidarietà per stargli vicino. Un piccolo sacrificio per richiedere la sua liberazione" si legge nella didascalia che accompagna l'iniziativa.