Botta e risposta

Ticket d'accesso a Venezia? No, pistole ad acqua: la provocazione per gestire il turismo di massa

Grande dibattito sul post pubblicato dal consigliere Martini: "Nessuno vuole far del male ai turisti, ma il problema dell'overtourism a Venezia c'è e la responsabilità è dei suoi amministratori"

Ticket d'accesso a Venezia? No, pistole ad acqua: la provocazione per gestire il turismo di massa
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Questo weekend, sabato 13 e domenica 14 luglio 2024, sarà l'ultimo fine settimana di sperimentazione del ticket d'accesso a Venezia, iniziata lo scorso 25 aprile. Una soluzione adottata dall'Amministrazione comunale per contrastare il fenomeno dell'overtourism che da tempo ormai rappresenta una problematica importante per il capoluogo veneto. Il sindaco Brugnaro si è detto soddisfatto del contributo d'accesso e si prepara a rilanciarlo nel 2025. Opposizione e associazioni dei cittadini, tuttavia, hanno sollevato grossi dubbi sull'efficacia di questo strumento, avanzando nuove idee su come gestire il turismo di massa.

Tra queste, nelle ultime ore, si è fatta però largo una provocazione che ha infiammato particolarmente il dibattito sul tema.

"Ci armiamo di pistole ad acqua come a Barcellona?".

Ticket d'accesso a Venezia? No, pistole ad acqua

Dalla Spagna sono arrivati idealmente fino a Venezia i getti delle pistole ad acqua che i residenti di Barcellona hanno rivolto ai visitatori della città per manifestare contro il sovraffollamento. Altre proteste, più asciutte, si erano già svolte a Malaga e a Palma di Maiorca.

Effetto di un turismo sempre più mordi e fuggi e con problemi comuni a diverse realtà. Basta osservare un post del consigliere comunale di Venezia, Giovanni Andrea Martini:

"Il motivo della protesta è ben conosciuto nel capoluogo veneto e riguarda il caro-affitti che il turismo e le affittanze turistiche hanno determinato".

Poi l'invito a seguire l'esempio spagnolo:

"Che ne dite? Ci armiamo di pistole ad acqua?".

Il videoservizio di Tv7, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek:

 

La provocazione per gestire il turismo di massa

Immediate le reazioni: si levano i dissensi di associazioni di categoria e amministratori di maggioranza contro l'idea proposta per liquidare il sovraffollamento.

"L'idea di un gesto così violento, come in altre parti del mondo, non farebbe bene alla nostra città e non ci aiuterebbe a distinguere il turismo di qualità da quello che non lo è" ha dichiarato alla Tgr Veneto Simone Venturini, assessore al Turismo Comune di Venezia.

Simone Venturini, assessore al Turismo Comune di Venezia

Parla di provocazione, riuscita perché colta da politici ed intellettuali, il consigliere autore del post.

"Nessuno vuole far del male ai turisti, anzi noi siamo accoglienti. Però il problema dell'overtourism c'è ed è di nuovo al centro dell'attenzione, così come anche gli amministratori che non hanno risolto il problema" ha affermato alla Tgr Veneto Giovanni Andrea Martini, consigliere comunale Venezia.

Giovanni Andrea Martini, consigliere comunale di Tutta la Città Insieme

Intanto, l'amministrazione comunale di Venezia studia di innalzare fino a 10 euro il contributo di accesso in città per i turisti da fuori regione a partire dal 2025.

"Atto incivile"

Insieme a Venezia, anche Como, in Lombardia, sta soffrendo in questi anni delle conseguenze del turismo di massa. Ma sulla protesta delle pistole ad acqua, il sindaco comasco Alessandro Rapinese, come affermato da ComoZero, prende fortemente le distanze:

"Le pistole ad acqua contro i turisti come a Barcellona? Un atto incivile".

Rapinese ha anche bollato come “aria fritta” le ipotesi di una stretta sugli affitti brevi nelle città ventilate anche in Italia, rimandando semmai al governo provvedimenti specifici.

"A oggi non posso dire a qualcuno: no, tu non apri una casa vacanza, non ne ho il diritto".

Infine, una battuta sul ticket d’ingresso, sul modello già in vigore a Venezia:

“Per farlo qui dovrei creare delle barriere fisiche d’accesso. Come potrei farlo? A Como abbiamo aumentato le tariffe per i pullman turistici a 10 euro l’ora e i prezzi dei parcheggi nelle zone turistiche, in modo tale che sia preferibile raggiungerci con i mezzi pubblici. Se riuscissimo a condizionare il modo in cui si viene qui, gran parte dei problemi sarebbero risolti. E’ giusto che il turista paghi per il disagio arrecato, ma nella misura giusta e corretta”.

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