Tangenti a Santa Maria di Sala: arrestati l'ex sindaco Fragomeni e il Consigliere comunale Zamengo
Le Forze dell'ordine indagano sulla vendita di un terreno per edificare una casa di riposo
Sotto la lente degli inquirenti ci sarebbe la vendita di un terreno per edificare una casa di riposo nel Veneziano.
Tangenti a Santa Maria di Sala: arrestati l'ex sindaco Fragomeni e il Consigliere comunale Zamengo
Due ex sindaci di Santa Maria di Sala, l'attuale presidente del Consiglio comunale, Nicola Fragomeni (coordinatore provinciale di Coraggio Italia) e Ugo Zamengo, Consigliere comunale, insieme a due manager della sanità nel Padovano e due imprenditori della stessa zona, sono stati appena arrestati nell'ambito di una complessa indagine per corruzione.
Sotto la lente ci sarebbe la vendita di un terreno per costruire una casa di riposo. Ma non solo. C'è anche un altro filone dell'indagine: si tratta dell'acquisto di mascherine e altri prodotti sanitari, che risulterebbe stato fatto attraverso un affidamento diretto da Fragomeni a un famigliare. Su questa ipotesi di reato si parla di guadagni pari a circa 60mila euro. Ricordiamo che queste sono, appunto, ipotesi di reato che andranno ovviamente accertate.
L'indagine
In particolare nel corso dell’indagine, svolta tra il 2019 ed il 2022 mediante servizi di osservazione e pedinamento, analisi incrociata dei tabulati telefonici e attività tecniche, sono stati raccolti gravi indizi di reità nei confronti degli indagati in ordine alle modalità, ritenute irregolari, con cui sarebbero stati stipulati gli accordi per la realizzazione di strutture ed interventi di interesse pubblico, da parte dell’allora primo cittadino del Comune di Santa Maria di Sala, attuale Presidente del medesimo Consiglio Comunale.
Da tali dinamiche avrebbero tratto vantaggio, oltre all’allora Sindaco, un componente del consiglio comunale, che in precedenza aveva anch’esso ricoperto l’incarico di primo cittadino salese, un dirigente comunale, il titolare di uno studio di architettura e degli imprenditori.
Gli amministratori pubblici, in concorso con il dirigente comunale, avrebbero posto in essere atti contrari ai doveri d’ufficio e rivelazioni di segreti d’ufficio volti a favorire la realizzazione di strutture ed interventi di interesse pubblico in cambio di compensi illeciti versati loro da imprenditori compiacenti, che sarebbero stati preferiti ad altri concorrenti poiché disposti ad accettare le richieste economiche degli amministratori comunali.
Gli indagati, in particolare, avrebbero attivato una stretta collaborazione al fine di mettere in contatto gli imprenditori con un privato cittadino per l’acquisto di un terreno, per il quale sarebbe stato sottoscritto un contratto preliminare di acquisto subordinato alla modifica della destinazione d’uso, con lo scopo di realizzarvi una nuova Residenza Sanitaria Assistenziale. Per l’approvazione della delibera comunale relativa al cambio di destinazione del terreno e del relativo bando per la realizzazione dell’opera, sarebbe stata richiesta una rilevante somma che avrebbe dovuto essere spartita tra gli amministratori comunali.
La realizzazione dell’opera non sarebbe al momento iniziata, poiché a sua volta subordinata ad uno specifico provvedimento della Regione Veneto, Ente estraneo all’indagine che, per ragioni del tutto indipendenti dai fatti oggetto dell’indagine, non avrebbe deliberato l’assegnazione di posti letto per la specifica esigenza per l’anno 2022.
Il filone delle mascherine
Ulteriori gravi indizi di reità contestati agli indagati riguarderebbero l’acquisto di presidi sanitari, soprattutto mascherine, che l’allora primo cittadino di Santa Maria di Sala avrebbe richiesto, con il meccanismo dell’affidamento diretto, ad uno stretto familiare che, con l’ipotizzata condotta illecita, si sarebbe assicurato unitamente al congiunto un ingente guadagno personale illecito stimato in 60.000 €.
Le indagini delegate dalla Procura di Venezia ai Carabinieri del Comando Provinciale di Venezia, pertanto, permesso di raccogliere gravi elementi a carico degli indagati, che oggi sono stati raggiunti dall’ordinanza cautelare emessa dal Tribunale di Venezia e collocati presso le proprie abitazioni, in regime degli arresti domiciliari
La nota del sindaco Brugnaro
E intanto sulle ordinanze cautelari per reati contro la Pubblica Amministrazione della Procura di Venezia è arrivato il commento del sindaco metropolitano, Luigi Brugnaro:
“La notizia delle ordinanze cautelari emesse dalla Procura di Venezia per reati contro la Pubblica Amministrazione mi ha lasciato letteralmente basito. Ho piena fiducia nella Magistratura che saprà accertare la verità”, la dichiarazione di Brugnaro.