Denunciato

Simula la rapina ma i Carabinieri non se la bevono, il cellulare l'aveva venduto per comprare droga

Era tutta una balla per coprire il "vizietto"...

Simula la rapina ma i Carabinieri non se la bevono, il cellulare l'aveva venduto per comprare droga
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Gli servivano soldi per compare droga. E non ne aveva: così aveva pensato di vendere il cellulare simulando la rapina. Con i soldi ricavati poi aveva acquistato le dosi... ma è stato beccato.

Simula la rapina ma i Carabinieri non se la bevono, il cellulare l'aveva venduto per comprare droga

I Carabinieri della Stazione di Vittorio Veneto hanno deferito alla Procura della Repubblica di Treviso, in stato di libertà, un 22enne del posto, ritenuto responsabile dei reati di simulazione di reato e procurato allarme.

Verso la fine del mese di gennaio scorso il giovane si era presentato presso presso la caserma dell’Arma vittoriese per denunciare una rapina asseritamente patita qualche giorno prima a Mestre ad opera di alcuni sconosciuti magrebini, uno dei quali l’aveva minacciato impugnando un coltello a serramanico.

A seguito della rapina i malviventi avrebbero asportato un telefono cellulare, un orologio e del denaro contante. La versione dei fatti appariva in alcuni punti lacunosa e poco credibile, come nel punto in cui il ragazzo riferiva che sarebbe riuscito a farsi restituire dai malfattori la scheda SIM contenuta nel telefono rubato.

Gli accertamenti effettuati a Mestre non fornivano elementi utili alle indagini, mentre da successivi approfondimenti sul cellulare “rubato” i Carabinieri scoprivano che, dopo la presunta rapina, il dispositivo risultava in uso ad un soggetto straniero residente a Cimadolmo (TV).

A seguito di verifica effettuata presso l’abitazione di quest’ultimo, si accertava che il possesso del telefono non era avvenuto a seguito di rapina ma che il dispositivo era stato regolarmente acquistato presso un negozio specializzato del trevigiano. A questo punto venivano quindi svolti accertamenti presso il citato rivenditore, il cui titolare riferiva che lo smartphone in questione era stato regolarmente venduto al ragazzo di Cimadolmo (TV) e che i due oggetti, qualche tempo prima, gli erano stati venduti proprio dal giovane che aveva denunciato la rapina, conosciuto al commerciante in quanto suo cliente da tempo.

Il fondato sospetto dei militari dell’Arma è che il ragazzo abbia denunciato falsamente la rapina per “coprire” la vendita di cellulare e smartwatch e utilizzare il denaro ricavato per l’acquisto di stupefacente.

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