Scuola degli orrori a Mirano: bimbi chiusi al buio, insultati, un solo asciugamano per pulire i bimbi nel cambio dei pannolini
I fatti risalgono al 2018. Le intercettazioni ambientali avevano ricostruito un quadro parziale ma inquietante. La Procura però aveva dovuto archiviare e inviare gli incartamenti a Trento per un presunto conflitto di competenze...
C'erano carenze igieniche preoccupanti: un solo asciugamano per pulire tutti i bimbi nel momento del cambio dei pannolini. E poi le violenze, le vessazioni, gli insulti pesanti ai bambini. Ma anche la stanza delle punizioni dove venivano rinchiusi, al buio, i piccoli "colpevoli" di aver pianto dopo aver salutato i genitori all'ingresso nella struttura...
Scuola degli orrori a Mirano: bimbi chiusi al buio, insultati e vessati
Tutto partì nel 2018 quando due insegnanti, giunte al termine dei loro rispettivi contratti a tempo determinato, si presentarono dai Carabinieri per denunciare una situazione a dir poco allarmante. Quello che avevano visto, subito e sopportato, aveva quasi dell'incredibile. In pratica la struttura di Mirano in cui avevano lavorato era ostaggio di una direttrice (proprietaria) spregiudicata. Sia nei metodi che nei modi di fare.
La donna causava sofferenze ai piccoli: i bimbi venivano puniti per aver pianto, rinchiusi in stanze al buio per diverso tempo. E poi venivano vessati, insultati ferocemente, erano lasciati anche per diverso tempo incastrati tra il materasso e il copriletto, questo chiuso con una zip dei letti di sicurezza con le spondine. Una situazione davvero oltre ogni limite... E poi c'era anche l'aspetto delle gravissime carenze igienico sanitarie: uno solo l'asciugamano usato per pulire tutti i bimbi della struttura al momento del cambio dei pannolini.
Le due insegnanti, allora, hanno preso una decisione che ha dato avvio alle indagini. I loro racconti non sono rimasti inascoltati e i militari dell'Arma hanno posizionato all'interno della struttura alcune videocamere nascoste. Un errore, però, ha fatto in modo che il camuffamento venisse allo scoperto. E così le intercettazioni ambientali non riuscirono a svelare la vera natura della direttrice feroce. La Procura si vide costretta ad archiviare, non prima di inoltrare le carte al Tribunale di Trento, anche per un presunto conflitto di competenze.
Nella struttura era presente anche il figlio di un magistrato veneziano. E una volta sbarcato a Trento il caso è stato ribaltato: il giudice ha sposato la posizione del legale che rappresenta diverse famiglie. Ora tocca al Pm il compito di formulare un capo d'imputazione per maltrattamento di minori e rinviare a giudizio la proprietaria della struttura.