La proposta

"RimbalzaItalia": la proposta per salvare Venezia. "Qui non vogliamo vivere di assistenzialismo"

Il documento è stato firmato da 65 categorie in tutta la città metropolitana: Venezia è una città unica e chiede soluzioni appropriate.

"RimbalzaItalia": la proposta per salvare Venezia. "Qui non vogliamo vivere di assistenzialismo"
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Misure per contrastare l'emergenza e ripartire con slancio: Venezia vuole farcela e non intende arrendersi.

La parola al primo cittadino

Apre la conferenza stampa il sindaco, Luigi Brugnaro:

"Noi come città abbiamo presentato un documento, sottoscritto dai 44 comuni, in cui abbiamo dato dei consigli tecnici allo Stato per intervenire a supporto degli enti locali. Questo documento è stato arricchito dai sindaci delle città del Veneto e si faceva riferimento alla crisi della filiera turistica. Inserendo dei ragionamenti trasversali per tutte le città, si è fatto leva sull'esperienza di Venezia per affrontare i problemi e far ripartire la filiera turistica. Il documento fatto dai sindaci è stato presentato all'Anci. Parallelamente, è stato fatto un documento con le categorie che rappresentano la città: si chiede al governo di capire le esigenze di tutte le parti coinvolte. Si tratta di guide turistiche, gondolieri, categorie che spesso non si sa neanche che esistono. A loro si sono uniti gli operatori del settore commerciale, specie dopo la proposta del governo di rimandare le riaperture. Qui c'è gente che non vuole essere assistita dallo Stato ma solo ricominciare. L'idea è quella di essere propositivi e positivi."

Il programma, in parte, è già delineato. Si ripartirà subito con le spiagge e poi con la Biennale Cinema di fine agosto. Continua il primo cittadino:

"Casse integrazione e casse in deroga per chi ha chiuso e per chi opera nel settore turistico. Sappiamo che si andrà dai 6 ai 12 mesi prima di poter tornare ai ritmi precedenti all'emergenza. Può essere un momento di rilancio dell'umanità e dell'intimità dei nostri percorsi personali. La città di Venezia è da vedere perché non capiterà più di vederla così. Venite a Venezia."

Una preghiera al Governo:

"Se ci ascoltano, possiamo uscire migliori di come eravamo. E' chiaro che vogliamo riprenderci la nostra libertà per salvare Venezia e il Veneto ed è bene che tutti capiscano che fermare una locomotiva industriale come il Veneto rischia di essere una scelta che non possiamo più permetterci. Chiediamo al Governo di dare fiducia al mondo intero che vuole ripartire e ripartirà da Venezia."

Interviene Michele Zuin

"Il documento si concentra sulle aree economiche che hanno un valore d'affari riconducibile prevalentemente alla filiera turistica. Si è fatto un approfondito lavoro di sintesi con tutte le categorie commerciali dell'area metropolitana, insieme ad uno studio dei bilanci dei comuni con i 7 sindaci dei comuni capoluoghi del Veneto. Venezia è capofila di questo cambiamento e vuole dare dei suggerimenti al Governo non campati in aria ma basati sul fatto che conosce il territorio e le aziende. Qui si affrontano misure che puntano sulla liquidità e sul far ripartire le aziende in questo momento che non può essere paragonabile ad altre crisi. Il Paese è chiuso da mesi e Venezia vuole affrontare una ripartenza che non è ancora partita ma deve farlo il prima possibile. Ci si rivolge al ministro Gualtieri: chiedo una comunicazione diretta per mettere in atto manovre che hanno un fondamento tecnico, giuridico ed economico. Quello che si può fare, anche a costo zero, non è stato fatto: vogliamo intervenire sul decreto di Maggio con misure studiate. Rimbalza Italia perché dobbiamo fare un balzo in avanti per non far crollare l'economia italiana."

L'intervento dei tecnici

Commercialista e già viceministro dell'economia, Enrico Zanetti commenta così la proposta fatta:

"Da un lato, nel documento ci sono alcune proposte per le città che vivono della filiera turistica internazionale, fatte allineandosi alle normative del Governo ma anche tenendo conto delle specificità delle singole realtà. E' evidente che per il settore turistico il lockdown non finisce quando lo dice il dpcm ma ben dopo, motivo per cui è necessario prevedere dei meccanismi specifici. Per quanto riguarda la liquidità, la logica adottata è quella di rimanere aderenti a ciò che ha impostato il governo per rimanere concreti. Si parla di fabbisogno di cassa e indebitamento netto: lo spostamento di deficit, che il governo già si presta a varare, non ha impatti diretti ma sono proposte di impiego alternative. In altri casi, si propongono delle spese compatibili con un approccio coraggioso al 2020 in cui è possibile varare queste spese."

Continua Massimo Miani, presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili:

"La questione fiscale è fondamentale. In questo momento, abbiamo una situazione delicata perché ci sono le scadenze di pagamento di fine maggio e dei primi di giugno. Bisogna che vengano rimandate al 2021 e al 2022."

Conclude il Sindaco:

"Qui non vogliamo assistenzialismo: bisogna riprendere a lavorare. Bisogna proteggere queste categorie perché non diventino disoccupati."

 

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