I controlli

Richiami illegali e fucili modificati, operazione antibracconaggio nella Laguna di Venezia e nel Delta del Po

In quattro giorni le forze dell'ordine hanno denunciato 9 persone e hanno sequestrato le armi illecite e oltre 50 esemplari di volatili uccisi

Richiami illegali e fucili modificati, operazione antibracconaggio nella Laguna di Venezia e nel Delta del Po
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Un'ampia operazione antibracconaggio nel Delta del Po è stata condotta con successo dai Carabinieri forestali del Soarda, in collaborazione con i Nuclei Carabinieri Cites di Venezia e Verona, insieme ai volontari della Lipu e con il prezioso supporto della Polizia provinciale di Rovigo e della Polizia metropolitana di Venezia.

Bracconaggio: 9 denunce tra il Delta del Po e la Laguna di Venezia

L'operazione, durata 4 giorni, ha portato alla denuncia di nove persone coinvolte in attività illegali di caccia e bracconaggio, di cui tre nella provincia di Rovigo e sei tra Padova e Venezia. Di queste sei, tre sono state sorprese mentre operavano in laguna aperta e altre tre in una riserva privata.

L'area del Delta del Po rappresenta una sfida particolare per contrastare il bracconaggio, essendo uno dei sette "black-spot" identificati nel Piano nazionale antibracconaggio. Qui, i bracconieri sfruttano le condizioni complesse della laguna, rendendo necessario per le forze dell'ordine l'impiego di mezzi speciali come droni e imbarcazioni per garantire un intervento efficace.

Sequestrati richiami illegali e 10 fucili

I bracconieri sono stati sorpresi con richiami elettroacustici e fucili modificati. In totale, fa sapere in una nota la Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) sono stati sequestrati 10 fucili, registratori acustici, trombe e una barca a motore da 50 cavalli e, inoltre, 50 esemplari morti di varie specie di anatre.

“Ringraziamo I Carabinieri del Soarda e la Polizia Provinciale di Rovigo e Venezia per lo sforzo effettuato in condizioni difficili e non prive di pericoli – dichiara Alessandro Polinori, presidente della Lipu-BirdLife Italia – Siamo altresì particolarmente fieri dei nostri volontari che hanno dato un contributo importante alla buona riuscita dell’operazione.

Le caratteristiche di quest’area, inserita come black spot nel Piano nazionale antibracconaggio, dove in gran parte si delinque in piena laguna e spesso in aree private che sfuggono ai controlli, richiederebbe un monitoraggio più intenso da parte delle forze dell’ordine, alle quali, peraltro, siamo sempre grati per l’impegno profuso e a cui saremo pronti a fornire un supporto”.

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