Presi dai Carabinieri

Rapinatori veneziani giovanissimi e senza scrupoli, ecco il video della temibile baby gang

Nei mesi di gennaio e febbraio scorsi "spaccate" e una rapina ai danni di negozi, ma anche furti in abitazione. Erano spavaldi: filmavano le loro scorribande.

Rapinatori veneziani giovanissimi e senza scrupoli, ecco il video della temibile baby gang
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Cinque misure cautelari emesse dal G.I.P. del Tribunale di Treviso e da quello per i Minorenni di Venezia a carico di un gruppo di giovanissimi ritenuti gli autori di una serie di azioni criminose perpetrate nei mesi di gennaio e febbraio.

"Arancia Meccanica" in salsa trevigiana, fermata baby gang

I Carabinieri della Compagnia di Treviso hanno dato esecuzione a cinque misure cautelari emesse dal G.I.P. del Tribunale di Treviso e da quello per i Minorenni di Venezia a carico di un gruppo di giovanissimi ritenuti gli autori di una serie di azioni criminose perpetrate nei mesi di gennaio e febbraio scorsi in Treviso ed in vari comuni della Marca.

I capi d’imputazione, in totale ben 17, sono riferiti a fatti reato di rapina, furto aggravato, ricettazione e resistenza a Pubblico Ufficiale in concorso attribuiti, a vario titolo, ai cinque soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi, rispettivamente:

  • un 15enne per il quale è stato disposto il collocamento in comunità e una 16enne per la quale è stata disposta la misura dell’obbligo di permanenza in casa, entrambi originari del veneziano
  • F.S., 19enne del trevigiano, G.F., 20enne del trevigiano e E.M., 18enne dimorante nel veneziano, sottoposti alla misura degli arresti domiciliari, mentre ulteriori tre giovanissimi, ritenuti correi dei cinque citati, risultano indagati in stato di libertà.

Furti e rapine da Capodanno in avanti

La banda di ragazzini terribili, nonostante le restrizioni in atto per il COVID, proprio a partire dalla notte di Capodanno e per tutto il mese di gennaio, aveva imperversato con le sue scorribande nella zona di Casale sul Sile, Casier, Preganziol e Mogliano Veneto, secondo un ricorrente modus operandi: furti (e in un caso addirittura una rapina) commessi in danno di proprietari di autoveicoli che poi venivano sovente utilizzati - anche apponendo targhe rubate in precedenza - come “ariete” per compiere “spaccate” ai danni di esercizi commerciali.

Le investigazioni dei militari dell’Arma trevigiani, coordinate dai P.M. Andreatta (Treviso) e Dal Pos (Venezia), hanno consentito di fare piena luce, in particolare:

  • sulla rapina in data 1° gennaio 2021 in danno del proprietario di un furgone di Preganziol, sorpreso dalla baby gang nel giardino della sua abitazione, percosso con un pugno al volto e quindi derubato della somma di 100 Euro e delle chiavi del veicolo parcheggiato poco distante da casa (i ragazzini avevano agito nel frangente travisati e armati di un attrezzo metallico). Il veicolo veniva rubato nei giorni successivi
  • sui due furti in danno della “Pescheria Amaremare” di Casale sul Sile avvenuti a distanza di pochi giorni, il 10 e il 12 gennaio scorsi, quando i malfattori, dopo aver forzato le porte di accesso dell’esercizio commerciale, avevano sottratto l’incasso e svariati generi alimentari di pregio e si erano dati alla fuga
  • sul furto con “spaccata” ai danni di una tabaccheria di Dosson di Casier (TV), nella nottata del 12 gennaio scorso, quando i giovani avevano utilizzato una BMW rubata in precedenza a Mogliano Veneto e si erano poi dati alla fuga non fermandosi all’alt di una pattuglia di Carabinieri che li aveva intercettati sul Terraglio
  • sul furto con “spaccata” ai danni di una tabaccheria di Casale sul Sile (TV), nella nottata del 29 gennaio scorso, quando i malfattori si erano impossessati di tabacchi e valori, oltre ad una decina di furti di autoveicoli, targhe e materiale vario (monopattino, bicicletta, attrezzi da lavoro, generi alimentari ed altro) asportati da garage e parcheggi pubblici e di private abitazioni del trevigiano.

Giravano video delle loro "imprese"

Nei provvedimenti cautelari emessi è stata evidenziata la spavalderia degli indagati - incuranti della gravità delle loro condotte e dei danni causati agli esercizi commerciali - nell’impiego, anche in pieno giorno, oltre che per compiere le azioni predatorie, di auto via via rubate, addirittura “documentando le loro scorribande effettuando numerosi video e foto con i cellulari che poi si sono scambiati ed inviati (…) con senso di assoluta impunità”.

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