"Quest'opera è un Modigliani", ma i Carabinieri smascherano il falso e lo confiscano
Un disegno presentato nel 2022, sul quale però sono sorti dubbi fin da subito. Le indagini del Nucleo TPC e del "Laboratorio sul falso" dell'Università di Roma Tre hanno fatto chiarezza sull'autenticità
Nella mattina di giovedì, 20 giugno 2024, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia ha consegnato alla direttrice del “Laboratorio sul Falso” dell’Università Roma Tre una cariatide falsamente attribuita Amedeo Modigliani.
Scoperto un falso Modigliani a Venezia
L’opera è stata presentata nell’aprile 2022 all’Ufficio Esportazione della Soprintendenza A.B.A.P. per il Comune di Venezia e Laguna, da parte di un’impresa veneziana di settore, per il rilascio dell’Attestato di Libera Circolazione (A.L.C.), come “Amedeo Modigliani Senza Titolo, prima metà del 1913, matita su carta, cm 51*73*3, valore di 300.000 euro”.
Fin da subito il disegno ha suscitato molte perplessità alla Commissione Esportazione, sia per quanto riguarda aspetti tecnici che stilistici. Oltre alla visione diretta, con l’utilizzo della lampada di Wood, l’opera è stata successivamente oggetto di riflettografia infrarossa (IR) anche sul retro. Scarse erano, inoltre, le notizie fornite nella richiesta dell’A.L.C. relativamente alla provenienza e alla circolazione pregressa dell’opera.
I dubbi degli storici dell'arte
In particolare il disegno è apparso, agli storici dell’arte della Commissione Esportazione e ad altri studiosi interessati presso le Gallerie dell’Accademia, la Direzione Musei Statali della Città di Roma e la Scuola Normale Superiore di Pisa, corrispondere quasi esattamente a un altro disegno di cariatide di Modigliani, appartenente al Museum of Art di Philadelphia, al quale era stato donato nel 1943 dal collezionista Arthur Wiesenberger.
Così, nel luglio 2022 la Soprintendenza veneziana ha interessato in merito il Nucleo Carabinieri TPC che ha avviato le indagini del caso, dirette dalla Procura della Repubblica di Venezia. A fronte della contraffazione dell’opera emersa dagli esami storico-artistici, nell’agosto 2022 i Carabinieri TPC di Venezia hanno sequestrato il disegno presso un’impresa veneziana di settore.
La storia del disegno
Le indagini intanto hanno ricostruito a ritroso la storia del disegno. L’impresa lagunare, che ha richiesto l’A.L.C. alla Soprintendenza, ha agito per conto di una prestigiosa Casa d’Aste parigina. Quest’ultima ha operato a sua volta su mandato di una Galleria d’arte antica abruzzese, che si è presentata al Ministero della Cultura come proprietaria dell’opera. I Carabinieri TPC hanno accertato, invece, che la Galleria in questione ha avuto anch’essa ‘mandato a vendere’ da un privato domiciliato in Abruzzo. Questi ha ricevuto in dono il dipinto dal padre adottivo, che a sua volta lo ha acquistato da un’ulteriore Galleria d’arte abruzzese, chiusa da tempo.
Per ulteriori verifiche tecniche sul disegno, i Carabinieri TPC di Venezia si sono rivolti al “Laboratorio sul Falso. Centro di studi per il contrasto alla falsificazione dei beni culturali e delle opere d’arte” dell’Università di Roma Tre, che vanta una consolidata esperienza nel settore e un’efficace collaborazione con il Comando CC TPC. Nel gennaio 2023, a termine accertamenti, il Laboratorio ha escluso si trattasse di un’opera autentica di Modigliani.
Le indagini hanno individuato così ipotizzabili responsabilità penali a carico di una persona, denunciata per messa in circolazione di opera d’arte contraffatta, reato introdotto nel Codice Penale con la L. 22/2022, già previsto dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Disegno confiscato
A termine attività, nel febbraio 2024 il Tribunale di Venezia ha disposto la confisca del disegno, che è stato così assegnato al Laboratorio sul Falso dell’Università di Roma Tre. E’ bene ricordare come la normativa vigente preveda obbligatoriamente la confisca degli esemplari contraffatti, alterati o riprodotti delle opere oggetto di contraffazione, alterazione, o riproduzione non autorizzata, salvo che si tratti di cose appartenenti a persone estranee al reato.
La lotta alla contraffazione delle opere d’arte e alla loro successiva commercializzazione rappresenta una delle direttrici investigative che il Nucleo CC TPC di Venezia persegue, attraverso verifiche costanti presso gli esercizi commerciali di settore, mediante l’attenta raccolta di segnalazioni da parte di studiosi e appassionati, grazie alla collaborazione degli uffici del Ministero della Cultura. Tale attività di polizia è volta, oltre alla tutela del patrimonio culturale nazionale ed estero, alla salvaguardia della regolarità e dell’onestà del mercato artistico e antiquariale.