Guardia di finanza

Prodotti pericolosi dalla Cina, maxi sequestro sulla Romea: anche giocattoli

La Guardia di finanza di Venezia ha sequestrato 140.000 prodotti pericolosi. Contestate sanzioni amministrative fino ad un massimo175.000 euro.

Prodotti pericolosi dalla Cina, maxi sequestro sulla Romea: anche giocattoli
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I documenti di accompagnamento del carico esibiti dall’autista hanno permesso di accertare che la merce proveniva dalla Polonia ed era diretta a una società con sede a Roma.

Prodotti pericolosi dalla Cina, maxi sequestro sulla Romea

La Guardia di finanza di Venezia ha sequestrato 140.000 prodotti pericolosi, provenienti dalla Cina. L’operazione è scaturita dal controllo operato da una pattuglia della Compagnia di Chioggia ad un autoarticolato con targa estera in transito lungo la Statale Romea.

I documenti di accompagnamento del carico esibiti dall’autista hanno permesso di accertare che la merce proveniva dalla Polonia ed era diretta a una società con sede a Roma.

Prodotti pericolosi dalla Cina, maxi sequestro sulla Romea: anche giocattoli

Il controllo approfondito

I documenti, tuttavia, riportavano descrizioni del tutto generiche dei beni, tali da non consentire di risalire esattamente alla tipologia e alla qualità della merce trasportata.

I finanzieri hanno quindi proceduto ad un esame approfondito del carico, che è risultato composto da un ingente numero di imballi con indicazioni in lingua cinese, contenenti prodotti tessili di varia natura, occhiali premontati, monili e giocattoli, tutti privi di qualunque indicazione di sicurezza prevista dalle singole normative di settore.

Anche giocattoli senza documentazione

Tra il materiale rinvenuto anche giocattoli sprovvisti della necessaria documentazione tecnica volta ad attestare la  conformità del prodotto ai rigidi standard di sicurezza previsti dalla normativa di settore. Alla luce delle irregolarità rilevate, tutto il carico è stato sottoposto a sequestro il rappresentante legale della società importatrice è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Venezia.

Sono state altresì contestate sanzioni amministrative fino ad un massimo 175.000 euro.

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