Gino Cecchettin: “Per ottenere la giustizia riparativa serve un percorso di pentimento che Turetta non ha mai avviato”
La consapevolezza delle conseguenze può indurre a chiedere mitezza della pena per sé stessi?
Venezia ·
20/09/2025 alle 11:58
Gino Cecchettin, padre di Giulia, è stato intervistato da Canale 5 per il programma “Dentro la Notizia”, quando è ormai vicino (14 novembre 2025) il processo d’appello per Filippo Turetta che, proprio nei giorni scorsi, liberato dal regime di carcerazione speciale, è stato aggredito a sua volta, in carcere, da altro detenuto, nella fattispecie, ergastolano.
Non è la prima volta che Gino Cecchetin da quando la figlia è stata uccisa l’11 novembre 2023, affronta questo tema, ma anche in questa occasione, per i microfoni di Canale 5, i suoi comento sono stati tutt’altro che banali.
Gino Cecchettin
Filippo Turetta, è l’autore di un efferato femminicidio:
“Noi ci stiamo promuovendo contro la violenza di genere – ha detto Turetta – ma anche in tutte le sue forme. Qualsiasi gesto violento va combattuto, fosse anche a chi ti ha procurato dolore”.
Filippo Turetta, prossimo all’Appello
La giustizia riparativa?
“Credo nella giustizia riparativa. Lo affermo da cittadino a prescindere da quello che è successo alla mia famiglia.
Al tempo stesso dico che deve essere un percorso per l’autoconsapevolezza prima, attraverso le scuse, e poi alla richiesta di perdono. Tutto questo percorso non è iniziato. Sento riparlare di giustizia riparativa quando manca poco al processo d’appello.
Credo a questo strumento, ma nel mio caso specifico penso questo percorso non è ancora iniziato. E penso sia troppo tardi per chiederlo, anche per il processo d’appello in arrivo”.
Il pentimento?
“Il percorso di scuse deve essere sincero. Serve l’esame di coscienza del gesto. Chiaro che si può sbagliare nella vita. Filippo ha sbagliato ed ha fatto tanto male. Tutto deve partire dalla consapevolezza di quello che lui ha fatto.
La consapevolezza ti porta alle scuse, che non sono mai arrivate, e poi all’eventuale richiesta di perdono. Non si può parlare di giustizia riparativa senza un percorso. Può sempre iniziarlo, in virtù del processo di appello mi sembra troppo tardi”.
In vista dell’appello? Tempo scaduto
A quasi due anni dalla tragedia quando a Vigonovo (PD), Turetta gli uccise la figlia, Gino Cecchettin guarda ancora con fiducia al sistema giudiziario italiano:
“Io sono stato in carcere, più volte, parlando con i detenuti. Senza pregiudizi ho visto persone che hanno fatto questo percorso. È uno strumento valido per recuperare le persone e re-inserirle nella società. Al tempo stesso questo strumento non deve essere retorico al fine di uno sconto di pena. Bisogna sottostare al giudizio dei giudici. Il percorso di riabilitazione però deve essere sincero”.
Giulia Cecchettin
“Giustizia riparativa? Troppo tardi: non ha mai chiesto scusa”.