Tanti auguri!

Nonna Pasqua e i suoi 105 anni ai tempi del Corona virus

105 candeline soffiate per la nonnina di Noale: un compleanno da record!

Nonna Pasqua e i suoi 105 anni ai tempi del Corona virus
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Il racconto di una vita affascinante, tra sacrifici e voglia di affermarsi.

Festeggiamenti in videochiamata con i parenti

Compiere 105 anni è già un bel record e farlo durante un'emergenza sanitaria internazionale è certamente una bella soddisfazione. Per Pasqua Mason questo sarà certamente un compleanno indimenticabile: circondata dall'affetto del personale del Centro Servizi alla Persona Domenico Sartor di Castelfranco Veneto, la nonnina non si è fatta mancare una videochiamata con i suoi familiari che non hanno potuto raggiungerla a causa delle ordinanze vigenti.

Un racconto emozionante

E' proprio la 105enne Pasqua Mason, che da dieci anni vive al Sartor, a raccontare la sua vita con una lucidità e un'ironia sorprendente:

Sono nata a Moniego di Noale il 31 marzo 1915, era mercoledì della settimana Santa così mi chiamarono Pasqua Maria; sono la terza di nove fratelli (4 femmine e 5 maschi). Ho frequentato la scuola elementare fino alla classe quarta: mi piaceva molto studiare, ero brava, ordinata e prendevo molti dieci. Sognavo di diventare una brava maestra ma eravamo tanti fratelli, studiare diventava un lusso per pochi e il papà non voleva fare differenze. Allora mi mandarono dalle suore ad imparare a ricamare, ma questo non mi bastava, così andai ad imparare a cucire da una sarta del paese. Dopo un po’ capii che dovevo andare da una modista a Noale, se volevo apprendere il meglio del mestiere. Così tutte le mattine partivo da casa a piedi con un pezzo di pane ed un pentolino di latte come pranzo, per recarmi dalla sig.ra Agostinetti, la modista che mi amava come fossi una figlia. Finalmente dopo tanti sacrifici mi sono sentita pronta per fare la sarta a casa mia ed il lavoro non mi mancava. Così sicura del mio mestiere, nel 1942 mi sono sposata con Antonio Pesce, anche lui terzo di dieci fratelli e classe 1915. Dalla nostra unione sono nati 4 figli, Giuseppe, Letizia, Dina e Loredana.

Negli anni del dopoguerra mio marito era disoccupato e vivevamo in due stanze in affitto, ma di fronte a queste difficoltà non mi sono mai arresa, anzi lavoravo giorno e notte per poter comperare un pezzo di terra dove costruire la nostra casa. E nel 1950 quel sogno si è realizzato e siamo andati a vivere nella nostra nuova abitazione frutto di tanti sacrifici. Lì avevo più spazio per lavorare e molte ragazze venivano nel mio laboratorio per imparare il mestiere di sarta; la clientela era numerosa, ma c’erano anche molte persone povere che avevano bisogno di essere vestite. A loro non chiedevo denaro e mi bastava quel poco che potevano darmi: delle uova e un po’ di verdura. In paese sono diventata la sarta con il soprannome di “Maria Mariona” e mi conoscevano anche perché facevo parte dell’Azione Cattolica ed organizzavo dei pellegrinaggi alla Madonna di Monte Berico. Passano gli anni, i figli si sposano e ho la gioia di vedere nascere dieci nipoti e quattro pronipoti. Ogni giorno ringrazio il Signore del dono della vita, ogni giorno è un regalo per me”.

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