La protesta

Noale: parrucchiere taglia i capelli in piazza. Un gesto di ribellione per farsi ascoltare. GALLERY

Un modo per manifestare il disagio della categoria: bisogna intervenire immediatamente.

Noale: parrucchiere taglia i capelli in piazza. Un gesto di ribellione per farsi ascoltare. GALLERY
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Una categoria che non vuole essere dimenticata: sussidi e aiuti devono arrivare anche per parrucchieri e addetti ai servizi per la persona.

Una protesta pacifica

Claudio Gambato di "Solo Stile", parrucchiere di Moniego di Noale, non ci sta: ha portato poltrona e forbici all'esterno del suo salone e ha fatto taglio e acconciatura ad una cliente. E' successo oggi, sabato 2 maggio 2020, l'indomani di una festa dei lavoratori parecchio discussa in tutto il territorio nazionale. Un gesto simbolico che esprime un disagio condiviso da molti: a causa del dpcm emanato dal Governo, infatti, parrucchieri, barbieri e, in generale, professionisti che si occupano dei servizi alla persona non potranno operare fino al primo di Giugno, data ancora da confermare.

Il caso

Diverse le proteste che si sono levate, anche nei giorni scorsi. Si tratta, infatti, di professionisti con partita iva o dipendenti di saloni e centri estetici per i quali non ci sono ancora certezze. A detta di molti, si tratta di un paradosso: estetiste e parrucchieri da sempre operano in contesti in cui il rispetto delle norme igieniche è un obbligo, quindi perché non migliorare quanto già messo in atto e consentire la riapertura? Claudio Gambato ci ha provato, con mascherina e guanti, dimostrando che si può fare: operare in sicurezza è un obbligo ma lavorare è un diritto.

La dichiarazione

Abbiamo parlato con Claudio che ci ha raccontato:

"Il mio negozio ha alle spalle 57 anni di attività e si è tramandato da madre in figlio. Ho protestato allestendo il negozio in piazza per dimostrare come nei nostri saloni si possono eseguire tagli e qualunque altro servizio in piena sicurezza. Da sempre i settori legati al benessere, all'acconciatura e all'estetica hanno cercato di portare a livelli massimi la sicurezza igienico-sanitaria: non possiamo permettere che il protrarsi di questa chiusura porti al licenziamento di 70.000 dipendenti che a loro volta, loro malgrado, incentiveranno il lavoro nero. Stiamo dando la possibilità agli abusivi di operare senza nessuna garanzia sotto l'aspetto sanitario, senza considerare il danno economico allo Stato e alla collettività. Chiediamo al Presidente del Consiglio di farci aprire e di farci lavorare oltre agli aiuti economici come sgravi fiscali, esenzione Iva e pagamanti Inps. Nei mesi passati, il governo ha pensato solamente a caricarci di costi con i registratori di cassa telematici, ma allo stesso tempo non è stato così celere a darci un aiuto in questo periodo di forte crisi. Ora stiamo vedendo in TV nelle varie trasmissioni politiche e Talk Show politici e personaggi dello spettacolo con tagli acconciature e colori perfetti, io mi chiedo i loro parrucchieri che deroghe hanno per lavorare ? O la legge è uguale per tutti o altrimenti si tratta di concorrenza sleale. Oggi abbiamo manifestato in maniera pacifica ma siamo determinati ad arrivare fino a Roma con pettine e forbici per sciogliere tutti i nodi che in questo periodo stanno arrivando al pettine."

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