Il giallo di via Rampa Cavalcavia

Lorenzo Nardelli ucciso in ascensore, per gli inquirenti non era lì per rubare

Radu e Marin Rasu, i due cugini moldavi che l'hanno ammazzato, si sono giustificati dicendo che si era introdotto nell'appartamento per rubare. Ma gli inquirenti al momento non hanno trovato conferme a questa ipotesi investigativa...

Lorenzo Nardelli ucciso in ascensore, per gli inquirenti non era lì per rubare
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Restano ancora molti i nodi irrisolti nel violento omicidio di mercoledì notte a Mestre. La vittima, Lorenzo Nardelli (in copertina due sue foto), è stata uccisa nell'ascensore dell'interno 7 di via Cavalcavia 9 a Mestre. Ma perché? Cosa ci faceva lì? E' vero quanto riferito dai due aggressori? Gli inquirenti stanno ricostruendo l'accaduto ma dalle prime rivelazioni non ci sarebbero elementi per confermare l'ipotesi sostenuta dai due cugini Rasu, ora arrestati con l'accusa di omicidio volontario. E poi ci sarebbe il dettaglio delle ferite: sarebbero state provocate da un corpo contundente che è misteriosamente sparito...

Lorenzo Nardelli ucciso in ascensore

La morte del 32enne veneziano Lorenzo Nardelli è un vero e proprio giallo. O meglio, i motivi che avrebbero portato all'aggressione da parte di due cugini moldavi, Radu e Marin Rasu, 32 e 35 anni. Un'aggressione letale, che ha cagionato la morte del 32enne veneziano. Gli inquirenti, infatti, non avrebbero al momento individuato alcun elemento che proverebbe la veridicità di quanto affermato dai due aggressori.

Per gli inquirenti non era lì per rubare

La tesi sostenuta da entrambi sarebbe quella di una reazione nei confronti di un ladro. Nardelli, appunto, il quale sarebbe stato indicato dai due come un topo d'appartamento, che si sarebbe introdotto nell'abitazione di via Cavalcavia 9 a Mestre con l'intento di rubare. Ma ci sono voci contrastanti sulla vicenda. Prima di tutto, come riporta il Corriere Veneto, una frase appena percepita da alcuni vicini, che lascerebbe presumere un rapporto preesistente tra i tre. Poi c'è la ferita alla testa, provocata, quasi sicuramente da un corpo contundente, che tuttavia non è stato trovato sul luogo del delitto, l'ascensore. E infine c'è chi è sicuro di averli sentiti "conversare".

Ancora molti dubbi da risolvere

Insomma le domande sono molte, quelle senza risposta, e i dubbi altrettanti. Cosa è successo l'altra notte a Mestre? I tre si conoscevano? E cosa ha provocato la lite mortale? Saranno sicuramente le indagini a far luce su questo giallo di Mestre, anche se, al momento, come detto, gli elementi in mano agli investigatori non sarebbero sufficienti per confermare o smontare la tesi degli aggressori. I due cugini Radu sono stati ovviamente accusati di omicidio volontario. Ma facciamo un passo indietro per ricostruire la vicenda. E' la notte a cavallo tra mercoledì 9 e giovedì 10 agosto 2023. Sul pianerottolo dell'interno 7 di via Cavalcavia a Mestre viene rinvenuto il cadavere di un uomo.

Dove è finita l'arma del delitto?

E' il 32enne veneziano Lorenzo Nardelli, originario di Salzano, morto in seguito a una violenta aggressione. Il suo corpo è stato rinvenuto con profonde ferite alla testa. Le indagini scattano immediatamente e si procede con l'arresto di due uomini, Radu e Marin Rasu, di origini moldave, entrambi operai, i quali si trovavano nell'abitazione di Anton Maftei, il compagno della madre di Radu, al momento fuori città. I due, secondo la ricostruzione, si sarebbero trovati nell'abitazione per cenare insieme. Ma secondo quanto riferito, testi ancora da verificare, si sarebbero trovati di fronte l'intruso, Lorenzo Nardelli. E sarebbe scoppiata la violenta lite mortale.

Inutili i soccorsi

I due aggressori hanno da subito sostenuto che il veneziano si sarebbe introdotto nell'appartamento per rubare. E che l'avrebbero colpito per difendersi, spingendolo, prima verso la porta, poi dal pianerottolo fino all'interno del vano dell'ascensore. Da quell'ascensore, Nardelli, non è più uscito. Lì è stato trovato qualche ora dopo, senza vita, con profonde ferite al cranio. Inutili i tentativi del Suem di rianimarlo. L'uomo era già morto all'arrivo dei soccorritori.

Ultima cosa, ma non in ordine di importanza, sarebbe la ricostruzione dell'accaduto. Sembra, infatti, che i tre, la vittima e i due aggressori, siano stati trovati all'interno dell'ascensore che si sarebbe bloccato tra due piani proprio a causa degli scossoni. Uno, Nardella, senza vita, e gli altri due bloccati nel vano con il cadavere.

Il comunicato della Procura distrettuale della Repubblica

La Polizia di Stato di Venezia è intervenuta questa notte presso un condominio del centro di Mestre, in quanto era stata segnalata al numero di emergenza 113 una lite molto accesa in corso. Intervenute sul posto, le Volanti della Questura riscontravano la presenza all'interno del vano ascensore di tre uomini, di cui uno disteso a terra privo di vita, che veniva poi identificato in un soggetto di nazionalità italiana residente in provincia di Venezia; gli altri due soggetti venivano identificati in due uomini con cittadinanza moldava, uno dei quali domiciliato presso il condominio in questione.

Sul posto, gli accertamenti successivi, diretti dal Pubblico Ministero di turno e condotti con l’apporto investigativo della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica nonché del medico legale, consentivano di accertare che il decesso era avvenuto verosimilmente per frattura della parte destra del cranio.

I due soggetti di nazionalità moldava venivano quindi tratti in arresto e messi a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Indagini in corso a cura della Squadra Mobile della Questura di Venezia sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia.

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