In queste ore sta venendo ripresa e pubblicata, su giornali e siti della stampa nazionale, la lettera che Filippo Turetta ha scritto di proprio pugno ai magistrati e ai giudici veneziani, nella quale rinuncia all’appello e accetta la condanna all’ergastolo per il femminicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023.
Le lettera di Turetta
Come riferito dal Corriere della Sera, la lettera di Filippo Turetta è stata scritta lo scorso 10 ottobre e poi recapitata agli uffici giudiziari di Venezia. Nel testo, lungo una pagina, Turetta espone il motivo per cui rinuncia all’appello, accettando la condanna all’ergastolo arrivata nel primo grado di giudizio.
“In questo momento ho maturato la convinzione e sento il bisogno per questi motivi e spinto dai forti sensi di colpa che provo ad assumermi la piena responsabilità per quello che ho fatto, di cui mi pento ogni giorno sinceramente dal profondo del cuore pensando a lei e a tutto questo e di prendere la scelta di rifiutare di affrontare i successivi gradi di giudizio e accettare la pena che ho ricevuto il primo grado.
Dichiaro dunque di rinunciare all’impugnazione proposta in data 21 maggio… I miei difensori hanno preso atto della mia meditata e maturata decisione”.
L’appello del 14 novembre
Il processo d’appello è stato programmato per il prossimo 14 novembre 2025. Turetta e i suoi avvocati, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, non ci saranno, ma ci sarà invece l’accusa, sostenuta dal pm Andrea Petroni.
Il pubblico ministero ha impugnato la sentenza di primo grado, nel tentativo di far riconoscere le aggravanti di crudeltà e stalking, escluse dalla prima condanna all’ergastolo.
Il legale della famiglia Cecchettin, Stefano Tigani, ha confermato l’intenzione di procedere con l’appello.
Una scelta, ha spiegato, “indispensabile per ottenere il pieno riconoscimento delle aggravanti”.
L’avvocato della parte civile insiste, ritenendo necessario un secondo grado di giudizio per un accertamento completo.
“Secondo me, se fosse formulato un accertamento completo sarebbe davvero la quadratura della vicenda. Se così non sarà rimane comunque un ergastolo, ma il fatto non sarà accertato completamente” ha dichiarato l’avvocato Tigani al TGR Veneto.
Gino Cecchettin: “Non mi aspettavo questa scelta”
Intervistato dal Corriere della Sera, Gino Cecchettin, papà di Giulia, ha commentato così la scelta di Turetta di rinunciare all’appello:
“Non me l’aspettavo, sarà frutto di una meditazione personale… Allora, se rinuncia a un suo diritto, è perché vuole espiare la colpa in un certo modo. Posso capire tutto, ma denota anche una distonia interiore”.

Gino ha poi aggiunto che di fronte alla scelta di Turetta di accettare l’ergastolo non prova né rabbia, né sollievo:
“Non potrò mai gioire di nulla. Qualsiasi cosa succeda, sono condannato a non rivedere più Giulia”.
Gino ha poi concluso che secondo lui Turetta “va seguito“, nel senso che “serve qualcuno che lo accompagni in un percorso vero, dentro sé stesso“.
In queste ore, infine, Gino Cecchettin ha celebrato la laurea della figlia Elena:
“Un abbraccio, una laurea, un orgoglio immenso. Cara Elena hai raggiunto questo importante traguardo, e nel silenzio dell’emozione ho sentito due presenze leggere: tua mamma e Giulia, a gioire da lontano”.