Jesolano "furbetto" beccato dalla Finanza: per il fisco aveva reddito zero ma possedeva case di lusso e orologi
Il GICO del Nucleo P.e.f. di Venezia, all'esito di indagini economico patrimoniali su un soggetto residente a Jesolo e suo nucleo familiare ha eseguito decreto emesso dal Tribunale di Venezia di sequestro di beni e disponibilità per oltre 3 milioni di euro.
Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia ha dato esecuzione a un decreto di sequestro di beni, per un valore complessivo pari a 3 milioni di euro, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Venezia, a seguito di indagini dirette della locale Procura della Repubblica nei confronti di un soggetto residente a Jesolo.
Jesolano "furbetto" beccato dalla Finanza
L’operazione costituisce l’esito di pregresse attività investigative di natura economico-patrimoniale poste in essere dai militari del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Venezia e promosse dalla Procura della Repubblica di Venezia, con riferimento all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati da parte di un soggetto, già ampiamente noto alle cronache giudiziarie, e della coniuge convivente, in quanto coinvolto in diverse vicende per reati di riciclaggio, ricettazione, truffa, bancarotta fraudolenta, che avevano interessato le province di Venezia e Treviso, in forza dei quali è stato ritenuto ricorrente, nei suoi confronti, il requisito della pericolosità sociale.
Per il fisco aveva reddito zero...
Nello specifico, l’attività svolta dalle Fiamme Gialle è consistita nella meticolosa ricostruzione del profilo soggettivo criminale del soggetto, unitamente alla precisa individuazione del patrimonio, mobiliare e immobiliare, al medesimo riconducibile (anche per interposte persone), in assenza di leciti fonti di reddito, patrimonio costituito da 6 unità immobiliari inserite in un prestigioso complesso residenziale nella zona turistica di Jesolo (VE), da un’azienda, da conti correnti bancari, nonché denaro contante e preziosi (in particolare tre orologi) che hanno evidenziato una palese “sproporzione” tra i redditi dichiarati negli anni e i capitali impiegati per l’acquisizione dei vari cespiti.
Ma possedeva beni di lusso, appartamenti, un'azienda...
Tali accertamenti sono stati supportati dall’impiego delle banche in uso al Corpo e dall’applicativo Molecola del Servizio Centrale Investigazioni sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, in grado di acquisire, incrociare e analizzare migliaia di dati economico-finanziari in tempi rapidissimi, nonché dall’attivazione degli Uffici di cooperazione internazionale al fine di verificare l’esistenza di beni in territorio estero.
Le indagini economico-patrimoniali condotte ai sensi del cd. “Codice Antimafia”, fondate sul riconoscimento, a carico del proposto, di una permanente pericolosità sociale, culminata con l’esecuzione del provvedimento di sequestro, testimoniano la costante azione della Guardia di Finanza a contrasto dell’illecita accumulazione di patrimoni da parte di soggetti che, operando al di fuori della legge, danneggiano l’economia legale e ostacolano il corretto funzionamento del mercato.