Instancabile volontario e amante del basket, Dario Paneghel ucciso dal Covid a 52 anni
Aveva dubbi sul siero "sperimentale" ma una volta contratto il virus ha invitato tutti a sottoporsi alla vaccinazione.
Aveva compiuto 52 anni il primo settembre, su un letto d'ospedale. E non aveva potuto festeggiare perché il Covid aveva reso le sue condizioni di salute estremamente fragili. E in poco tempo, purtroppo, la speranza di potercela fare, di poter tornare alla vita di sempre, agli affetti, al lavoro, al basket che tanto amava, per Dario Paneghel, è sfumata. Fino al più tragico epilogo, il decesso provocato dal virus.
Instancabile volontario e amante del basket, Dario Paneghel ucciso dal Covid a 52 anni
Autista della linea urbana dei servizi di trasporto pubblico veneziano, Paneghel era risultato positivo al Covid nel mese di agosto. L'uomo, non vaccinato, aveva iniziato ad avere la febbre alta, tanto da dover essere ricoverato in ospedale. Nelle ultime due settimane, però, le sue condizioni si erano aggravate ulteriormente, ed era stato intubato nel reparto di rianimazione del nosocomio di Dolo.
Era sempre sorridente e scherzoso
Sorridente, scherzoso, sempre di compagnia durante le cene che organizzava. Così lo ricordano i colleghi di lavoro. Ma oltre all'impiego, lo stesso dal 1997, nella vita di Paneghel c'era ovviamente l'amore per la sua famiglia. Famiglia che ora è comprensibilmente nello sconforto. I funerali saranno celebrati martedì 14 settembre 2021 alle 10 nella chiesa di San Benedetto a Campalto.
L'impegno come volontario nel basket
E poi quelle passioni viscerali per la montagna e per le immersioni da un lato e per il basket dall'altro. Si "spendeva" con abnegazione per dare una mano, sempre, senza risparmiarsi. E il cordoglio, ovviamente, è arrivato anche dalla società con cui più intensamente, Paneghel, trascorreva del tempo.
"Con grande dolore ed immensa tristezza ci troviamo costretti a salutare per sempre il nostro caro amico Dario Paneghel.
Lo ricordiamo per il suo continuo impegno nel collaborare con gli atleti, allenatori e società; lo ricordiamo per la sua immensa positività e per i suoi sorrisi.
Noi oggi lo piangiamo.
Ci stringiamo attorno al figlio Filippo ed alla moglie Silvia e a tutti quelli che, come noi, gli hanno voluto bene.
Pallacanestro Favaro".
La paura per il vaccino "sperimentale"
Purtroppo, come detto, le condizioni di salute di Paneghel, dopo aver contratto il Covid, sono peggiorate rapidamente. E questo perché non si era vaccinato. Non si può parlare di un vero e proprio no vax, però, perché l'uomo aveva solo paura. Quando, infatti, è stato ricoverato, ha iniziato a consigliare a tutti, amici e parenti, di sottoporsi al vaccino.
Foto di copertina dalla pagina Facebook Basket Favaro