FIMMG Venezia

Infermiera incinta chiede a un paziente di indossare la mascherina: lui rifiuta e la aggredisce

Scassola, Federazione italiana medici di famiglia: "La violenza è sempre ingiustificabile. Quando colpisce chi si prende cura degli altri diventa anche intollerabile"

Infermiera incinta chiede a un paziente di indossare la mascherina: lui rifiuta e la aggredisce
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Colpita al volto da un paziente, che si rifiutava di indossare la mascherina nella struttura, l’infermiera aggredita ha avuto bisogno delle cure del Pronto Soccorso.

Infermiera incinta chiede a un paziente di indossare la mascherina: lui rifiuta e la aggredisce

«La violenza è sempre ingiustificabile. Quando colpisce chi si prende cura degli altri diventa anche intollerabile». Il segretario provinciale di FIMMG (Federazione italiana medici di famiglia) Venezia Maurizio Scassola commenta così, con grande amarezza, l’ennesima gravissima aggressione subita da un’infermiera, tra l’altro incinta, in servizio in una medicina di gruppo della provincia veneziana. Colpita al volto da un paziente, che si rifiutava di indossare la mascherina nella struttura, l’infermiera ha avuto bisogno delle cure del Pronto Soccorso.

«A lei – prosegue Scassola – ai suoi familiari, ai suoi colleghi e a tutto l’Ordine provinciale delle Professioni Infermieristiche di Venezia, esprimo a nome mio e di tutti i medici di famiglia piena solidarietà e vicinanza. Auguriamo alla dottoressa una pronta guarigione, pur sapendo quanto sarà problematico il suo reinserimento nel mondo dell’Assistenza e della Cura dopo un’esperienza così traumatica e devastante».

Ricorrente, purtroppo, il tema delle aggressioni violente – verbali, fisiche o comportamentali – che coinvolgono chi lavora nei servizi territoriali, dalle guardie mediche al 118, fino agli ambulatori di medicina generale.

«Viviamo – aggiunge Stefano Rigo, referente di FIMMG Venezia per l’Ulss 3 Serenissima – in uno stato di tensione continua. Sappiamo quante criticità ci sono nelle relazioni con l’utenza, quanti episodi minano ogni giorno il legame medico-paziente e mettono a rischio la serenità del nostro lavoro e di tutto il personale al nostro fianco, che si sacrifica subendo con noi questa aggressività. Questo episodio, poi, è ancora più vile e grave perché colpisce un'infermiera in stato di gravidanza che continuava comunque la propria attività: significa che davvero ormai non c’è più alcun rispetto, neanche per situazioni di primaria importanza come questa».

Questa violenza – che FIMMG Venezia condanna senza se e senza ma – deve, però, essere letta anche come il sintomo di una grave frustrazione dei cittadini, «che – conclude il dottor Scassola – sono sempre più insofferenti perché nel Servizio Sanitario Nazionale non trovano più risposte efficaci ai loro bisogni; la causa sono gli organici sottodimensionati e stanchi per carichi di lavoro insostenibili. Se l’aggressività entra negli studi dei medici di medicina generale, significa che la relazione medico-paziente è in grave crisi. Sono questi i motivi per cui abbiamo bisogno di una seria ristrutturazione delle cure territoriali, di una riorganizzazione dell’Assistenza Primaria... Una riforma ormai, davvero, non più rinviabile».

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