Inchiesta Palude, l'ex assessore Boraso esce dal carcere: arresti domiciliari per problemi di salute
Sotto accusa per dodici episodi di corruzione e turbativa d'asta, era l’unico tra i trenta indagati ancora detenuto in carcere
Dopo tre mesi e mezzo di detenzione, è stato scarcerato l'ex assessore del Comune di Venezia Renato Boraso. Sotto accusa per dodici episodi di corruzione e turbativa d'asta, era l’unico tra i trenta indagati nell'inchiesta “Palude” ancora detenuto in carcere.
L'ex assessore Boraso esce dal carcere: arresti domiciliari per problemi di salute
A seguito della perizia medica, la permanenza in carcere di Renato Boraso era considerata pericolosa per la sua salute. L'ex assessore al Patrimonio e alla Mobilità del Comune di Venezia è tornato a casa dopo più di tre mesi e mezzo di detenzione, durante i quali ha affrontato cinque interrogatori e oltre quaranta ore di colloqui con i giudici.
Il giudice per le indagini preliminari, Alberto Scaramuzza, ha infatti ritenuto che Boraso fosse a rischio di infarto, dopo che negli ultimi quindici giorni aveva subito due collassi. Accogliendo la richiesta del suo avvocato Umberto Pauro, il giudice ha quindi disposto gli arresti domiciliari.
L'inchiesta
L'inchiesta dovrà proseguire a ritmo serrato per concludersi entro metà gennaio, data entro cui scadranno le misure cautelari. Nei prossimi giorni, si prevede il rinvio a giudizio degli indagati per i diversi episodi di corruzione. Tra questi, resta da valutare la posizione del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, accusato di concorso in corruzione insieme ad alcuni collaboratori, nell’ambito della vicenda riguardante i Pili e alcuni palazzi storici.
Tuttavia, Brugnaro, convocato in procura per un interrogatorio fissato giovedì, probabilmente sceglierà di non presentarsi, esercitando la facoltà di non rispondere. Come ha dichiarato il suo avvocato, il sindaco “non ha ancora potuto esaminare gli atti e non può basarsi su ciò che riportano i giornali”.