Inchiesta Palude, la Procura chiede il rinvio a giudizio per il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro
I magistrati Roberto Terzo e Federica Baccaglini, titolari del fascicolo, ritengono che vi siano elementi sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio

La Procura di Venezia ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per 34 persone coinvolte nell’inchiesta "Palude", che ipotizza un vasto sistema di corruzione nella gestione della cosa pubblica.
Inchiesta Palude, la Procura chiede il rinvio a giudizio per Brugnaro
Tra gli indagati figura anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, per il quale i magistrati ipotizzano il reato di corruzione.

La richiesta, firmata dai pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini, è stata presentata al giudice per le indagini preliminari. Oltre al primo cittadino, la Procura punta il dito anche contro altri esponenti di rilievo dell’amministrazione comunale: il direttore generale di Ca’ Farsetti Morris Ceron, il vicecapo di gabinetto Derek Donadini e l’ex assessore comunale Renato Boraso.

Secondo gli inquirenti, i fatti contestati si inseriscono in un più ampio quadro di relazioni illecite tra amministratori pubblici e imprenditori, oggetto dell’indagine che ha scosso la città lagunare.
Al centro delle indagini l'area dei Pili
Al centro delle indagini, l’area dei Pili, un’ampia zona paludosa affacciata sulla laguna, nei pressi del ponte translagunare Mestre.
L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, lo scorso luglio aveva già portato a diversi arresti per reati come corruzione, riciclaggio e falsa fatturazione.
La vicenda che coinvolge Brugnaro affonda le radici nel 2006, quando – ancora imprenditore e non in politica – acquistò l’area dei Pili per circa 5 milioni di euro, risultando l’unico partecipante a un’asta del Demanio. Si trattava di un’area fortemente inquinata a causa delle attività industriali di Porto Marghera e considerata fino ad allora di scarso valore.
Con l’elezione di Brugnaro a sindaco, però, l’interesse sull’area è cresciuto. Nei documenti del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), l’area è stata individuata come sede potenziale per grandi progetti pubblici, tra cui un terminal intermodale e un nuovo palazzetto dello sport. Questi sviluppi ne hanno moltiplicato il valore, attirando l’attenzione degli inquirenti sulle modalità con cui la zona è stata valorizzata e su eventuali favoritismi nelle trattative con investitori stranieri, come l’imprenditore di Singapore Chiat Kwong Ching.
I magistrati Roberto Terzo e Federica Baccaglini, titolari del fascicolo, ritengono che vi siano elementi sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio. Spetterà ora al giudice per le indagini preliminari valutare se accogliere la richiesta di processo.