Inchiesta Covid, le ultime scomode verità raccontate da Report
Nella puntata di lunedì 12 aprile del programma di RaiTre sono state rivelate le chat tra il dirigente dell'Oms Ranieri Guerra e il presidente dell'Iss Brusaferro, dalle quali appare evidente come un anno fa le inefficienze del Governo italiane siano state nascoste. Le parole del pm bergamasco Maria Cristina Rota.
di Mattia Cortese
Oramai sembra sempre più comprovata l’ipotesi che Ranieri Guerra, dirigente dell’Oms indagato dalla Procura di Bergamo per false dichiarazioni, si sia adoperato nei mesi successivi allo scoppio della pandemia del 2020 per affossare il dossier dei ricercatori di Venezia, guidati da Francesco Zambon (che si è poi licenziato e ha denunciato l’Oms, ndr), che metteva in evidenza gli errori gravi dell’Italia nella gestione della pandemia e il mancato aggiornamento del piano pandemico.
Un piano risalente al 2006 e spacciato per nuovo con successive operazioni di copia-incolla, cambiando unicamente alcune date nei paragrafi e che dovevano quantificare il numero di terapie intensive, caschi per l’ossigeno e indicare le regole di stoccaggio dei dpi (dispositivi di protezione individuale), ad esempio le mascherine, di cui a marzo eravamo sprovvisti. Fino al 2013, inoltre, il Ministero della Salute avrebbe comunicato falsi aggiornamenti all’Oms e in seguito, il 4 febbraio 2020, avrebbe comunicato a Ginevra, in un documento, che l’Italia era preparata a scenari di crisi in un momento in cui si era già in emergenza.
Questi e altri dettagli sono stati resi noti ieri sera, lunedì 12 aprile, dalla trasmissione Report su Rai Tre, che ha anche mandato in onda alcune chat acquisite dai pm bergamaschi e intercorse tra Ranieri Guerra e Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, e che sono state commentate da alcuni personaggi di rilievo, che hanno espresso giudizi tutt’altro che positivi nei confronti di Oms e Ministero. Pierpaolo Lunelli, ex comandante della "Scuola Difesa nucleare, batteriologica e chimica", ha affermato riguardo le dichiarazioni di febbraio dell’Italia di essere pronta a gestire una crisi: "Siamo al di fuori di ogni concezione, parlare di sciatteria è ancora poco. Sulle scorte di dpi abbiamo detto che eravamo a posto, è stato un atto di falso ideologico, anche se non c’è una corte di giustizia internazionale che ci possa giudicare".
La pm bergamasca che sta seguendo l’inchiesta, Maria Cristina Rota, invece, nella stessa puntata ha spiegato: "Se noi riteniamo che al Ministero non sapessero di dover aggiornare il piano pandemico, saremmo ad un livello di sciatteria e disinteresse per il proprio lavoro vergognoso".
Nelle conversazioni requisite dai pm di Bergamo, già rese parzialmente note nei giorni scorsi, Ranieri Guerra fa sapere a Brusaferro che Oms e Ministero si coprono a vicenda. Il 14 maggio 2020 si sfoga in maniera seccata: "Hanno messo in dubbio un percorso di costruzione di fiducia e confidenza che sono riuscito con la fatica che sai a proporre e consolidare… Stanno mettendo a rischio una discussione molto seria che è stata impostata anche in prospettiva G20 e di una relazione speciale tra Tedros (Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Oms, ndr) e l’Italia. Se fossi il ministro ci manderei tutti all’inferno".
Il 17 maggio 2020, Brusaferro affermava di essere d’accordo nel rivedere con lui il dossier. Il giorno dopo, Ranieri Guerra gli scrive: "Hola, vedo Zaccardi alle 19. Vuoi che inizi a parlargli dell’ipotesi di revisione del rapporto dei somarelli di Venezia (sic)? Poi ci mettiamo d’accordo sul come?". Goffredo Zaccardi è il capo della segreteria del ministro Roberto Speranza, che risulta quindi difficile credere ignaro della vicenda. La sera di quella stessa data, Ranieri Guerra riscrive a Brusaferro: "Capo di gabinetto dice se riusciamo a farlo cadere nel nulla. Se entro lunedì nessuno ne parla vuole farlo morire. Altrimenti lo riprendiamo".
Il 28 maggio 2020 i due si scrivono ancora e Ranieri Guerra fa un riassunto dell’incontro con i vertici del Ministero: "Ecco quanto emerso dalla riunione di ieri con Zaccardi e Speranza a seguire. Se mi dai un paio di persone con cui interagire attacchiamo su tutti i fronti. Soprattutto sul rapporto".
In altre parole, il Ministero sapeva del rapporto poco lusinghiero (eufemismo) e sembrava d’accordo con Ranieri Guerra nell’idea di modificare, o addirittura far sparire, la relazione scomoda di alcuni tecnici dell’Oms, che vengono definiti i "somarelli di Venezia", colpevoli di aver espresso un giudizio senza la sua approvazione.