La decisione che fa discutere

Il Senato boccia i ristori per le famiglie dei medici uccisi dal Covid e ora dimenticati

A prendere una posizione assai critica nei confronti della decisione del Senato è Rafi El Mazloum, figlio di Samar Sinjab, il primo medico veneto ucciso dal Covid nella prima ondata a Mira.

Il Senato boccia i ristori per le famiglie dei medici uccisi dal Covid e ora dimenticati
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Da eroi in corsia a professionisti dimenticati... E' il triste epilogo che stanno vivendo i famigliari dei medici in corsia che si sono spesi anche a costo della propria vita per curare i malati Covid.

Il Senato boccia i ristori per le famiglie dei medici uccisi dal Covid

Era il 9 aprile del 2020 quando il nostro giornale si doveva scontrare con una realtà atroce. Quella che riguardava i medici morti a causa del Covid. Morti perché infettati dal virus mentre si trovavano al lavoro, in corsia, per salvare vite umane dal terribile nemico invisibile. Eroi in camice bianco, osannati da tutti nella prima terribile ondata che ha travolto il nostro Paese.

Ma che poi, a ben guardare, sono stati un po' dimenticati. Fino all'epilogo che è emerso proprio in questi giorni. Un colpo al cuore per i famigliari dei medici morti di Covid, che hanno dovuto vivere un altro trauma. Il Senato della Repubblica, infatti, ha bocciato i ristori per i famigliari dei camici bianchi morti sul lavoro.

In Veneto, quella data segnata all'inizio dell'articolo, quel 9 aprile 2020, segna proprio l'inizio di una vera e propria tragedia nella tragedia: quel giorno, infatti, coincide con il decesso del primo medico veneto ucciso dal Covid. Si tratta di Samar Sinjab, in forze a Mira. E ora, proprio in virtù della decisione del Senato, è il figlio, anche lui dottore, Rafi El Mazloum a prendere una posizione. Molto critica, che dovrebbe far riflettere.

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"Decisione vergognosa"

Il figlio del primo medico veneto ucciso dal Covid non ha usato mezzi termini per commentare la decisione del Senato. D'altronde, come dargli torto... Lui ha perso la mamma proprio a causa di questo maledetto virus, in un periodo in cui si sapeva ben poco. In cui non c'erano vaccini. E pure le mascherine erano merce rara.

Medici come Samar Sinjab hanno messo la cura dei pazienti davanti alla propria sicurezza. E ora i famigliari vengono a sapere che per loro non ci sarà alcun ristoro. Medici che non si sono mai risparmiati, che sono stati in prima linea anche quando tutto il resto del Paese era chiuso in casa. Questa decisione è però l'occasione per ricordare il sacrificio dei medici come Samar: lei, nonostante tutto, non si è mai tirata indietro. Si è prodigata fino all'ultimo giorno per i suoi malati.

Ha risposto al telefono pure quando era ricoverata all'ospedale di Treviso, fino a pochi istanti prima di essere intubata. I medici di famiglia, alla luce di questa decisione del Senato, sono decisamente sconcertati. E taluni lamentano una latitanza delle rappresentanze sindacali. Così come è critico il punto di vista nei confronti dell'Ordine.

Eroi di guerra nelle fasi più calde del "conflitto" contro il nemico invisibile. Dimenticati ora, senza nemmeno aver diritto ad un riconoscimento morale. La scelta di diventare medico per il figlio di Samar è stata un po' una chiamata alle armi. Per lui è stato impossibile lasciare scoperti i circa 1500 pazienti.

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