Il parco macchine "fantasma" del titolare di una rivendita auto veneziana: 38enne denunciato
Il prezioso parco veicolare era utilizzato per commettere reati predatori quali furti ma anche rapine. Nei guai il titolare di un'autorivendita
Polizia stradale di Treviso: intestatario di 25 veicoli "fantasma", denunciato un 38enne trevigiano.
Il parco macchine "fantasma" del titolare di una rivendita auto
Il fenomeno dell'intestazione fittizia a mezzo di prestanome di veicoli circolanti è diventato, nel tempo, sempre più consueto e accentuato. Attualmente l'attività illecita (commettere reati; circolare senza copertura assicurativa; far si che le trasgressioni alle norme del Codice della Strada rimangano impunite) richiede l'impiego di veicoli dalla cui targa si fatichi a risalire agli effettivi utilizzatori.
Le conseguenze negative della circolazione di un tal parco veicolare (nell'ordine delle parecchie decine di migliaia) sono numerose: impossibilità di risalire agli autori di delitti spesso molto gravi; favoreggiamento della commissione di illeciti; aumento della possibilità di fuga in caso di incidenti stradali.
Se in passato erano prevalentemente "senzatetto" o "indigenti" che si prestavano in cambio di pochi euro, ora sempre più spesso risultano essere soggetti coinvolti e titolari di società attinenti alla compravendita di veicoli.
L'indagine
L'indagine della Polizia Stradale di Treviso, come racconta Prima Treviso, attivata d'intesa con la Procura della Repubblica di Treviso, ha permesso di accertare che un trentottenne, noto alle forze dell'ordine, residente nel trevigiano e titolare di un'autorivendita avente sede nel veneziano, nel tempo avesse a lui intestato un parco auto "fantasma" (25 auto di grossa cilindrata), di cui non aveva contezza degli effettivi utilizzatori.
L'attività svolta della Polizia Stradale di Treviso ha permesso di verificare che tale parco veicolare era utilizzato per commettere reati predatori quali furti ma anche rapine. Il trentottenne è stato pertanto deferito sia per il reato di truffa ai danni dello Stato ma anche per avere indotto in errore i Pubblici Ufficiali.
I prestanome e la "testa di legno"
In riferimento ai veicoli così intestati fittiziamente, gli agenti della Squadra di Polizia giudiziaria hanno proceduto a contestare alla cosiddetta "testa di Legno", oltre le sanzioni amministrative pecuniarie anche il relativo sequestro qualora gli stessi venissero trovati a circolare, con conseguente immediata radiazione ai fini della confisca.
D'intesa con la Procura della Repubblica di Treviso, per far fronte a tale fenomeno, si è provveduto all'inserimento di un "A L E R T" nei sistemi del P.R.A. e della M.C.T.0 dei soggetti prestanome, così da impedire al reale utilizzatore dei veicoli in questione di trasferirne le proprietà a soggetti terzi.
Tale strumento repressivo cosiddetto "blocco anagrafico" è stato attuato per la prima volta in questa provincia da parte della Polizia Stradale in quanto idoneo al contrasto del fenomeno dell'intestazione fittizia.