A Portogruaro

Il medico si rifiuta di prescrivergli i farmaci, tossicodipendente lo aggredisce e lo spinge a terra

Zaia: "Chi aggredisce un sanitario non sta soltanto commettendo un crimine, sta minando uno dei pilastri fondamentali del nostro sistema di cura e assistenza"

Il medico si rifiuta di prescrivergli i farmaci, tossicodipendente lo aggredisce e lo spinge a terra
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Ancora un episodio di violenza ai danni di un operatore sanitario, dopo la recente aggressione di qualche giorno fa avvenuta al Pronto Soccorso dell'ospedale Borgo Trento di Verona. Martedì 11 febbraio 2025, nel distretto socio-sanitario di Portogruaro, un paziente ha messo le mani addossi a un medico in servizio, che è stato anche spintonato a terra.

Il medico si rifiuta di prescrivergli i farmaci, tossicodipendente lo spinge a terra

Il professionista, in turno dalle 18 per la continuità assistenziale, è stato avvicinato intorno alle 20,30 da un tossicodipendente che pretendeva la prescrizione di farmaci legati al consumo di sostanze. Al rifiuto del dottore, che ha spiegato l'impossibilità di emettere tale ricetta, l'utente ha reagito con crescente aggressività.

Il paziente ha spinto violentemente il medico, facendolo cadere a terra e procurandogli una contusione alla spalla. Il professionista, scosso e ferito, ha immediatamente allertato il 112. I carabinieri, giunti sul posto, hanno bloccato l'aggressore e lo hanno condotto in caserma.

La condanna del presidente Zaia e dei sindacati

L'episodio ha suscitato preoccupazione e sdegno, con reazioni dalle istituzioni e dai sindacati. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha denunciato la crescente ondata di violenza contro il personale sanitario, definendola "un vero e proprio bollettino di guerra".

"Non passa ormai giorno in cui non si registri un’aggressione al nostro personale sanitario. È diventato un bollettino di guerra, al quale bisogna rispondere con fermezza e certezza della pena verso chi delinque. Non è più tollerabile che i nostri medici, infermieri, operatori sanitari siano vittime di aggressione negli ospedali o nelle strutture in cui prestano servizio, con dedizione e professionalità, per curare e assistere chi è in difficoltà".

Luca Zaia, Presidente di Regione Veneto

"Ancora una volta - spiega il governatore - il medico si è trovato vittima di un balordo, tossicodipendente, che non ha esitato ad andare in escandescenza di fronte all’impossibilità per il dottore di prescrivergli i farmaci che pretendeva. L’aggressore ha spinto a terra il medico, che ha subito una contusione alla spalla. Fortunatamente sono immediatamente accorsi i Carabinieri, a cui va il mio ringraziamento, che hanno preso in carico l’uomo. Nell’esprimere vicinanza al nostro professionista – verso cui esprimo la gratitudine della Regione Veneto per il lavoro svolto a servizio della comunità – auspico che l’aggressore non la faccia franca. Continueremo a rafforzare la sicurezza delle strutture sanitarie, con il potenziamento delle misure di controllo e la formazione specifica degli operatori per la gestione delle situazioni a rischio, così come la collaborazione con le forze dell’ordine. Implementeremo la presenza di vigilanza nei Pronto Soccorso e nelle aree considerate più esposte, ma non è pensabile che le nostre strutture sanitarie diventino presidi militari.

Auspico che le nuove normative, approvate di recente dal Parlamento che riconoscono la gravità e la peculiarità delle aggressioni al personale che lavora nei nostri ospedali, siano applicate con rigore. Chi aggredisce un sanitario non sta soltanto commettendo un crimine, sta minando uno dei pilastri fondamentali del nostro sistema di cura e assistenza. I nostri camici bianchi non possono sentirsi soli".

Anche Roberto Toigo, segretario della Uil Veneto, ha espresso indignazione:

"Mi unisco alla rabbia e allo sconcerto del presidente della Regione Veneto Luca Zaia per l’ennesima aggressione avvenuta ieri sera nei confronti di un medico della continuità assistenziale nella sede di Portogruaro, nel veneziano. E’ inaccettabile. Bisogna assolutamente porre fine a questa situazione che non vede una luce in fondo al tunnel.

Ormai le aggressioni sono all’ordine del giorno e il personale sanitario ne sta pagando un importante prezzo pur non avendone responsabilità alcuna. I professionisti della nostra sanità devono sentirsi al sicuro mentre compiono il proprio lavoro che, voglio ricordarlo e sottolinearlo, è al servizio di tutti noi. Sono loro che ci prendono per mano e ci curano quando ne abbiamo bisogno anche mettendo a rischio la propria incolumità, basta ricordare il periodo nero del Covid19. Ci vogliono pene esemplari, basta chiacchiere".

Sulla stessa linea Dario Rossi della Cisl Venezia, che ha ribadito l'urgenza di garantire sicurezza nei luoghi di lavoro e la necessità di applicare senza esitazioni le nuove tutele legislative.

"Dalla Cisl Venezia va tutta la solidarietà al medico della continuità assistenziale di Portogruaro aggredito martedì sera: crediamo che il limite sia stato raggiunto ormai da un pezzo. Non è possibile sentirsi insicuri al lavoro, solo perché qualche tossicodipendente o sbandato è in preda alla rabbia e si scaglia contro il personale sanitario.

E, purtroppo, il bollettino è in costante aggiornamento. Ci siano pene certe a chi compie questi atti; di recente è stata approvata una legge in Parlamento proprio a tutela di medici e infermieri perché, non dobbiamo dimenticarlo, svolgono un lavoro fondamentale per la comunità e hanno bisogno di lavorare in un ambiente tranquillo e al sicuro".

Dario Rossi
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