Le indagini

Il falconiere Ivan Busso, ricoverato per Covid, è morto per un batterio contratto in ospedale

Il 42enne è morto nel mese di gennaio del 2021 dopo un ricovero di 20 giorni. Ma aveva sconfitto il Covid: a ucciderlo è stato un batterio. E' quanto emerso dopo la perizia autoptica depositata il mese scorso...

Il falconiere Ivan Busso, ricoverato per Covid, è morto per un batterio contratto in ospedale
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Aveva lottato con tutte le sue forze. Aveva sconfitto il Covid. Ma era stato attaccato da un batterio, l'Acinetobacter, resistente agli antibiotici, che nel suo organismo debilitato per la lunga degenza, aveva avuto il campo libero per infettare. E nonostante i tentativi, purtroppo, il 42enne di Malcontenta non ce l'aveva fatta.

Il falconiere Ivan Busso, ricoverato per Covid, è morto per un batterio contratto in ospedale

La storia di Ivan Busso, falconiere noto anche per le sue collaborazioni con importanti aziende e con troupe cinematografiche, sta pian piano emergendo in modo più chiaro. Sposato, ha lasciato una bambina, e tutti i suoi conoscenti non si erano dati pace. Ora, con l'avanzare delle indagini, i margini meno chiari della vicenda stanno venendo fuori. Anche se, pur nota la vera causa di morte, purtroppo il vuoto lasciato è incolmabile.

Come pure quello lasciato dalla scomparsa dei genitori, uccisi dal Covid nello stesso periodo. Busso era stato ricoverato per più di venti giorni, a partire dal 9 dicembre del 2020. Era finito subito in terapia intensiva all'ospedale di Dolo con i sintomi inequivocabili di infezione da coronavirus. L'uomo, però, senza malattie pregresse, aveva lottato e già venti giorni dopo, il 22 e il 24, i suoi tamponi erano negativi. Si era svegliato, avev chiesto alla moglie della loro bambina.

Poi, però, una ricaduta, violentissima, incontenibile, e alla fine la tragedia. Durante il ricovero, infatti, aveva contratto altri due batteri, tra i quali l'Acinetobacter. Il trasferimento all'ospedale dell'Angelo di Mestre per l'ossigenazione extracorporea, è stato, purtroppo tardivo e inutile.

Acinetobacter baumannii: un patogeno nosocomiale sempre più rilevante

U.O. di Microbiologia, Policlinico S.Orsola-Malpighi, Università di Bologna - a cura di Maria Paola Landini e Simone Ambretti

I batteri appartenenti al genere Acinetobacter sono cocco-bacilli gram-negativi, aerobi, ossidasi-negativi. Sono molto diffusi nell’ambiente, essendo presenti nel suolo, nell’acqua e in una grande varietà di alimenti. Possono inoltre far parte della popolazione batterica commensale degli esseri umani (tratto respiratorio, genito-urinario, cute).

Alcune specie sono riconosciute tra i patogeni opportunisti in grado di causare infezioni in individui con sistema immunitario compromesso. In particolare, Acinetobater baumannii è responsabile di oltre l’80% di tutte le infezioni correlate al genere, colpendo soprattutto pazienti ospedalizzati, immunodepressi, lungodegenti, sottoposti a protratte terapie antibiotiche e a procedure invasive.

La trasmissione avviene prevalentemente per contatto diretto o indiretto attraverso superfici contaminate, infatti negli ospedali Acinetobacter è stato isolato, oltre che dalle mani del personale di assistenza, nell’acqua degli umidificatori, nei ventilatori, nei cateteri e anche su materassi, cuscini ed elementi di arredo.

Questo batterio è in grado di sopravvivere oltre 30 giorni in condizioni di essiccamento e la sua capacità di resistere a lungo nell’ambiente, unitamente alle molteplici modalità di trasmissione, rendono ragione della sua estrema pericolosità come patogeno nosocomiale in grado di determinare eventi epidemici.

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