Giovane veneziana uccisa dai miliziani dell'Isis a Parigi
Inizia oggi, dopo sei anni di istruttoria, il maxi processo per gli attentati del 13 novembre 2015. Le parole della mamma di una delle vittime
Nessuno può dimenticare quella tragedia. Quel giorno di novembre, il 13, del 2015, quando le televisioni di tutto il mondo restituirono le stesse, drammatiche, immagini, in diretta da Parigi, macchiate dal sangue di centinaia di innocenti, caduti vittime per mano di miliziani dell'Isis. E oggi, a sei anni dagli attentati, alla vigilia del maxi processo, la madre di una delle giovani rimaste uccise dei terroristi islamici, ha voluto fare il punto. Per tenere accesi i riflettori. Per non dimenticare il sorriso della figlia, la veneziana Valeria Solesin.
Giovane veneziana uccisa dai miliziani dell'Isis a Parigi
Sono trascorsi sei anni da quel tragico 13 novembre del 2015 quando Parigi venne colpita da una serie di attentati terroristici di matrice islamica sferrati da un commando legato allo Stato islamico. 130 le persone che persero la vita sotto i colpi dei miliziani dell'Isis, 90 delle quali nel teatro Bataclan. Tra le persone che hanno perso la vita anche la veneziana Valeria Solesin.
Oggi parte il maxi processo
Oggi, a sei anni dall'inizio dell'istruttoria, parte il maxi processo che dovrà accertare la verità ricostruendo uno dei fatti più gravi vissuti dalla Francia e dall'Europa dal secondo dopo guerra. E alla vigilia del processo la madre della giovane veneziana, Luciana Milani, ha voluto fare il punto, affermando la piena fiducia nei confronti delle istituzioni francesi.
"Una grande operazione di giustizia - ha dichiarato a Sky TG24 - ho molta fiducia. Per quanto posso vedere l'impegno del governo francese è per far sì che questo processo segni la storia dei processi per terrorismo. L'istruttoria è duranta sei anni", tanti, a dire il vero, ma non troppi per un episodio di questa portata, "spero che gli sforzi fatti vadano a buon fine".
In fin dei conti si deve riaffermare la Francia (e un po' tutta l'Europa) come nemica del terrorismo, difendendo i propri principi, quelli dello Stato e della difesa dei cittadini, anche non francesi.
Chi era Valeria
Abitava a Parigi, al momento dell'attentato, già da sei anni. Aveva lasciato Venezia per stare vicino al fidanzato che gestiva un negozio, ma anche per ragioni legate agli studi. Si era laureata a Trento in tempi da record ma poi aveva deciso di proseguire la propria formazione alla Sorbona in Demografia. Ma nella sua vita, però, non c'era solo lo studio: Valeria, infatti, era anche una volontaria per Emergency.