Il caso

Fu mandato fuori strada da una moto pirata, ma per l'assicurazione la colpa è sua

L’odissea di un centauro 69enne di Fossalta di Piave per essere risarcito dei danni di un sinistro successo nel Trevigiano e causato da un altro motociclista rimasto ignoto.

Fu mandato fuori strada da una moto pirata, ma per l'assicurazione la colpa è sua
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Dovrebbe intervenire per tutelare le persone danneggiate in seguito a incidenti stradali con veicoli di controparte rimasti non identificati o sprovvisti di copertura assicurativa, ma il condizionale è molto d’obbligo.

Mandato fuori strada da un centauro pirata

E’ infatti un’impresa titanica ottenere risposte dal Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada (FGVS), che opera, è bene ricordarlo, con le risorse provenienti da tutti gli assicurati: una percentuale del premio della polizza Rc-Auto viene “dirottato” a tale scopo.

Ne sa qualcosa un motociclista di 69 anni di Fossalta di Piave, nel Veneziano, che da più di un anno e mezzo si sta battendo con Studio3A per essere risarcito dei danni fisici e materiali patiti a causa di un altro centauro “pirata”.

Il malcapitato, l’11 agosto 2019, alle 14, in sella alla sua Bmw R1200 percorreva via Monte Pizzoc a Fregona (Treviso), diretto appunto verso Monte Pizzoc quando, giunto in prossimità del cippo di delimitazione della Foresta Riserva Statale nr. 14/G, prima di affrontare una curva a sinistra, si è visto piombare addosso un’altra moto di colore scuro, il cui conducente, che proveniva dalla direzione opposta in compagnia di altri due centauri, aveva abbondantemente invaso la sua corsia di marcia.

Per evitare l’impatto l’oggi sessantanovenne si è buttato completamente a destra, riuscendo nel suo intento, ma così facendo è uscito dalla sede stradale, non è più riuscito a risalirvi a causa del cordolo di cemento che ha inibito la disperata manovra di rientro, ha perso l’equilibrio ed è caduto malamente a terra. E mentre si consumava la rovinosa “escursione”, il motociclista che l’aveva causata prendeva il largo: non è mai stato rintracciato.

Sul posto sono intervenuti tutti: i sanitari del Suem di Vittorio Veneto, accorsi in ambulanza, e i carabinieri della compagnia sempre di Vittorio Veneto, che hanno verbalizzato tutto quanto comprese le dichiarazioni di un testimone oculare, che si trovava ai margini del boschetto soprastante e che quindi ha visto tutto: l’uomo non è legato da alcun rapporto di parentela con il centauro ferito - i due, prima, manco si conoscevano - e ha confermato in toto la dinamica dei fatti come riferiti dal sessantanovenne. Non solo. Il danneggiato per essere assistito, tramite il responsabile della sede di San Donà di Piave, Riccardo Vizzi, si è affidato a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, ed ha anche presentato denuncia querela contro ignoti presso la stazione dell’Arma di Noventa di Piave, in seguito alla quale il Pubblico Ministero della Procura di Treviso, dott. Paolo Fietta, ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di reato di lesioni personali stradali.

Il motociclista, che ha avuto bisogno di cure all’ospedale di Vittorio Veneto, ha riportato una infrazione all’arco medio posteriore di una costola più contusioni multiple ed escoriazioni, per diversi giorni di prognosi, e peggio ancora è andata alla sua moto, sfasciata: i danni materiali, come da preventivo del carrozziere, superavano i cinquemila euro.

Pur non essendoci stato contatto tra le due motociclette, è tuttavia lampante che la turbativa causata dal centauro poi sparito è stata determinante per l’uscita di strada, così come è assodato, da plurimi riscontri, compresi quelli degli inquirenti, che il sinistro si è verificato, e d’altra parte era oggettivamente impossibile per il danneggiato, così come per il teste, riuscire a ricopiare in poche frazioni di secondo la targa di una moto e per di più in corrispondenza di una curva.

Ma nonostante ciò, e nonostante tutta la documentazione puntualmente fornita da Studio3A, Cattolica, la compagnia assicurativa mandataria per il Veneto del Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, la cui gestione viene demandata per ciascuna regione a una determinata impresa di assicurazione, continua a denegare ogni richiesta di risarcimento presentata, limitandosi a obiettare che “non si ravvisa la legittimazione passiva del FGVS, non risultando provata la responsabilità di un veicolo ignoto nella causazione del sinistro in questione”, in barba a quella che dovrebbe essere la funzione statutaria e pubblica del Fondo, soccorrere appunto le vittime della strada. Dopo tutto quello che ha dovuto subire, il motociclista veneziano sarà anche costretto a intentare una causa per far valere le proprie ragioni.

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