Femminicidio Giulia Cecchettin, secondo la difesa di Turetta non ci sono state premeditazione e crudeltà
In Corte d'Assise a Venezia, martedì 26 novembre 2024, è stato il turno dell'arringa difensiva, dopo che il pm Andrea Petroni ha richiesto l'ergastolo
Dopo che lunedì 25 novembre 2024 il pm Andrea Petroni ha chiesto l'ergastolo per Filippo Turetta, reo confesso dell'omicidio di Giulia Cecchettin, in Corte d'Assise a Venezia è stato il turno della difesa. A prendere parola è stato l'avvocato Giovanni Caruso, il quale ha passato in rassegna le aggravanti contestate a Turetta, cercando di smontarle una a una, al fine di evitare l'ergastolo per il suo assistito (in copertina: Filippo Turetta in aula - immagine da Tgr Veneto):
"Via premeditazione, crudeltà e atti persecutori".
Femminicidio Giulia Cecchettin, la difesa di Turetta: "Via le aggravanti"
"Non dovrete emettere una sentenza giusta. Voi dovrete pronunciare una sentenza secondo legalità".
La premessa ad un "compito non facile" dice l'avvocato Giovanni Caruso, difendere Filippo Turetta davanti ai giudici della Corte d'Assise di Venezia.
L'avvocato dell'imputato reo confesso smonta la ricostruzione dei fatti che ha portato il pm Andrea Petroni a chiedere, lunedì 25 novembre 2024, la condanna all'ergastolo per Turetta.
E lo fa rivolgendosi ai due giudici togati, alla loro comune formazione di giuristi e penalisti, che illumineranno la giuria popolare. Un'arringa in punto di diritto, con un obiettivo preciso: evitare l'ergastolo, che è "pena disumana e degradante" dirà l'avvocato.
"La gravità del fatto, quindi, filtrata e declinata attraverso le categorie della legalità da un lato e la gravità della risposta sanzionatoria: ergastolo o pena temporanea?".
L'omicidio resta in tutta la sua efferatezza e il professor Caruso mette in fila tutte le aggravanti e le smonta una ad una, con le armi affilate del penalista: via la premeditazione, via la crudeltà, via gli atti persecutori. Nel contempo l'avvocato restituisce l'immagine di un imputato ragazzino, incapace di stare in una relazione affettiva, ma Giulia, anche dopo la rottura - dice l'avvocato - certo non aveva paura di Filippo.
"Se Giulia avesse nutrito effettivamente timore per la propria incolumità, ma veramente vogliamo pensare che direttamente avrebbe dato appuntamento lei al suo futuro omicida?".
Filippo Turetta resta impassibile, il suo sguardo sempre fisso in basso, anche quando l'avvocato Caruso invoca per l'imputato le circostanze attenuanti generiche. Toccherà all'avvocato Monica Cornaviera concludere l'arringa, sempre in punto di diritto.
Il pm chiede l'ergastolo
Nella giornata di lunedì 25 novembre 2024, come anticipato, il pm Andrea Petroni ha richiesto ai giudici l'ergastolo per Filippo Turetta:
"Mi sembra difficile trovare una premeditazione più di questa, si parte non 12 ore ma quattro giorni prima, attraverso azioni eseguite quotidianamente: azioni preparatorie ed esecutive e soprattutto in un rapporto costante con la persona offesa".
Il pm ha poi ripercorso la lista delle "cose da fare" di Turetta, iniziata giorni prima durante una lite in chat con Giulia.
"Turetta l'ha creata alle 22.51 del 7 novembre mentre litigava in chat con la vittima, poi dal 9 all'11 ogni giorno ha eseguito alcuni di questi punti. Ogni volta che viene allontanato reagisce eseguendo le cose della lista. L'ha modificata alle 15.25 dell'11 novembre, poco prima di incontrarla l'ultimo giorno, perché spuntava le cose fatte, e l'ha cancellata alle 4.30, dopo l'occultamento del corpo. Il piano ha seguito la lista e quando Turetta ha finito l'ha cancellata".