Falso Banksy al Museo M9, anche Mestre coinvolta nel maxi-traffico di opere d'arte contraffatte
Nelle indagini coordinate dalla Procura di Pisa sono stati scoperti tre laboratori d’arte clandestini situati a Mestre, Lucca e Pistoia: sequestrate 1.000 opere contraffatte, con centinaia di certificati di autenticità e timbri falsificati
Mestre è finita al centro di un'indagine di portata internazionale, coordinata dalla Procura di Pisa, che ha svelato una vasta rete di contraffazione d'arte che ha coinvolto diversi paesi europei e ha colpito capolavori attribuiti a Banksy e a molti altri artisti celebri.
Anche Mestre coinvolta nel maxi-traffico di opere d'arte contraffatte
L’indagine "Cariatide", avviata a seguito del sequestro di un falso ritratto attribuito ad Amedeo Modigliani, ha portato alla scoperta di una vasta operazione di contraffazione di opere d’arte.
Coordinata dalla Procura di Pisa e supportata dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, questa operazione europea ha permesso il recupero di oltre 2.100 pezzi contraffatti, tra cui dipinti, sculture e oggetti d'arte, attribuiti a diversi autori tra cui anche Banksy.
Al centro dell'inchiesta figurano anche due opere che sono state esposte al Museo M9 di Mestre durante la mostra dedicata a Banksy: si tratta di "Dismaland 3D Rat" e "Dismaland Monkey Tnt", già oggetto di un esposto presentato in procura dell’esperto Stefano Antonelli a marzo 2024.
Secondo gli inquirenti, il giro di opere false avrebbe potuto causare un danno economico superiore ai 200 milioni di euro, qualora fosse stato immesso sul mercato. I pezzi recuperati sono temporaneamente visibili presso l'Archivio di Stato di Pisa.
La rete di contraffazione: 38 indagati
Le indagini, ancora in corso, contestano in 38 indagati reati come ricettazione, falsificazione e commercio illecito di opere d’arte. I falsari riproducevano opere di maestri come Picasso, Mirò, Bacon, Klimt, Van Gogh, Dalì, Chagall, de Chirico e molti altri, collaborando con case d'asta compiacenti per immetterle sul mercato.
Due fasi investigative hanno permesso di tracciare sia le filiere di vendita online sia la localizzazione dei presunti venditori in diverse regioni italiane, tra cui Veneto, Toscana, Lazio e Sicilia.
In tre laboratori d’arte clandestini situati a Mestre, Lucca e Pistoia sono state scoperte circa 1.000 opere contraffatte, con centinaia di certificati di autenticità e timbri falsificati.